giovedì 25 febbraio 2016

Scrittrici / Usa - La grande Harper Lee, appena scomparsa


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Addio, voce bianca dei diritti dei neri
L'autrice de "Il buio oltre la siepe" è morta a 89 anni.
Il successo negli anni '60, l'amicizia con Capote e 
il ritiro. L'anno scorso le polemiche per il sequel
ritrovato.

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(da la Repubblica - 20 febbraio 2016 - Cultura / di Irene Bignardi)
Come molti altri grandi scrittori, come Malcolm Lowry,
Arundhati Roy, D.H. Thomas, Harper Lee, che ci ha la-
sciati ieri all'età  di ottantanove anni  (ne avrebbe com-
piuti novanta in aprile), è stata l'autrice di un libro solo:
il più  classicamente americano  dei romanzi, "Il buio
oltre la siepe". Almeno fino allo scorso anno, quando
il mercato editoriale mondiale  è stato scosso  dall'u-
scita del sequel  "Và, metti una sentinella"  (pubbli-
cato nel nostro Paese dalla sua storica casa editrice
italiana, Feltrinelli), ritrovato tra le sue carte, ma 
scritto in realtà prima ancora del suo capolavoro.
Un evento che ha polarizzato l'attenzione dei me-
dia, provocato un'attesa frenetica e poi scatenato
una quantità di polemiche.
Eppure, anche dopo aver letto  quest'altra sua fatica
letteraria, recuperata tardivamente, l'opinione non 
cambia:  Lee passerà  comunque  alla storia  come
creatrice di un'unica, vera opera letteraria. Uno dei
libri più amati e venduti del secolo scorso, nato dal-
la fantasia  di una ex ragazzina turbolenta  di Mon-
roeville, Alabama, l'amica di infanzia  e  di vita di
Truman Capote, la figlia di un amatissimo padre,
avvocato liberal, che molto assom iglia al protago-
nista del Buio oltre la siepe (in originale To kill a
Mockinbird, Uccidere un usignolo), un uomo del
Sud che difende in tribunale un imputato di colo-
re accusato ingiustamente. Il tutto visto con gli oc-
chi di due ragazzini educati alla tolleranza, ma co-
stretti a scoprire il brutale razzismo che li circonda.
In effetti Harper Lee (nome completo Nelle Harper
Lee) già al College, a Montgomery, aveva comincia-
to a scrivere racconti. Erano anni di battaglie poli-
tiche, di conflitti razziali, di gesti esemplari.  Il buio
oltre la siepe - pubblicato l'11 luglio 1960, nel pieno 
di un drammatico decennio di battaglie e di morti - 
divenne  immediatamente  un bestseller, vinse, nel
1961, il Pulitzer per la fiction, nel corso degli anni 
successivi vendette quaranta milioni di copie, ebbe
premi a non finire. diventando, nel 1962, un film
dallo stesso titolo  firmato  da Robert Mulligan  e
premiato da tre Oscar, in cui il protagonista, Atti-
cus Finch, modellato sul padre di Harper Lee, è
Gregory Peck, la ragazzina  Jean-Louise, detta
Scout, interpretata dalla bravissima Mary Bad-
ham, è quasi un autoritratto della piccola Nelle,
la Monroeville della giovinezza di Harper diven-
ta la cittadina di Maycomb. E dove naturalmente
sotto il personaggio di Dill, l'amichetto dei due fi-
gli di Atticus, compare l'amico d'infanzia di Har-
per Lee, Truman Capote, il ragazzino  che  ogni
estate veniva piazzato presso le zie di Monroevil-
le.
Quella dell'amicizia  con Truman Capote  è una
vicenda parallela ma importantissima nella sto-
ria di Harper Lee. Da amico d'infanzia Capote 
si trasformò in un inconsueto compagno di vita
e di lavoro.   Fu lui a incoraggiarla a trasferirsi 
a New York, a tentare di pubblicare  il  suo  ro-
manzo e a metterla  come un riconoscibile per-
sonaggio. in Altre voci, altre stanze. Lee da par-
te sua, gli fu vicino  in tutto il lavoro  di prepa-
razione  e  stesura  di quel capolavoro  di new  
journalism, di docufiction o di letteratura del 
reale che è  A sangue freddo, del 1966: il loro
legame è raccontato anche da due film, Capo-
te e Infamous, dove Harper Lee ha rispettiva-
mente il volto di Catherine Keener e  di San-
dra Bullock, mentre Capote è interpretato da
Toby Jones e Philip Seymour Hoffman. 
Ma nessuno è mai riuscito a spiegare le ragioni
che hanno portato alla fine  dell'insolito sodali-
zio tra i due. Gelosia?  Rivalità?  Certo  è  che 
Capote continuò a scrivere, e che Harper Lee 
depose la penna.  Tra le possibili ragioni di una
scelta così drastica, il bisogno di privacy di Har-
per Lee. Il suo odio per il clamore e la pubblici-
tà. La sua poca voglia  di spiegare  in interviste
quello che aveva fatto o avrebbe fatto. O forse 
la turbava la fortissima identificazione tra vita
e romanzo. E infatti fino alla morte ha vissuto
quasi da reclusa  a Monroeville, lontana dagli 
sguardi dei tanti curiosi  in pellegrinaggio nei
suoi luoghi. Scrivere, ha pensato forse, .
A quel capitale prezioso per ogni scrittore che
è la sua infanzia Harper Lee aveva già fatto ri-
corso. Scrivere, ha pensato forse, ha senso solo 
se è utile. E lei  il suo contributo  alla causa  lo 
aveva già dato in un libro destinato a durare.
A cui non c'era niente da aggiungere. Anche 
se poi, a sorpresa, è arrivato il seguito. 
Lo scorso anno infatti il suo avvocato ritrova tra
i documenti il manoscritto di Go Set a Watchman
(Và, metti una sentinella) e ne viene decisa la pub-
blicazione. Si tratta di un sequel del Buio oltre la
siepe, ambientato a Maycomb vent'anni dopo.
Scritto però dalla lee prima del suo capolavoro,
a metà anni Cinquanta. E così, circa sei decenni
più tardi, la macchina del business attorno alla 
scrittrice riprende a funzionare: oltre al nuovo
romanzo, l'autrice concede i diritti al produtto-
re Scott Rudin  e  allo sceneggiatore  da Oscar 
Aaron Sorkin per un adattamento teatrale del
Buio, che debutterà a Broadway nel 2017.
didiventa  il titolo più prenotato  su Amazon  dal-
l'ultimo Harry Potter.  Ma le polemiche sono in 
agguato. Prima c'è chi dice che  in realtà è una 
sorta di plagio ai danni  di una donna anziana:
però Harper fa sapere di aver dato il suo consenso.
E poi, a pubblicazione avvenuta il putiferio: nel se-
quel infatti l'eroe liberal Atticus  diventa un qual-
siasi razzista del Sud, con sgomento della stessa 
Scout adulta tornata a casa.    Un "tradimento" 
che molti lettori  non  le hanno perdonato. Ma
che non intacca il valore letterario, simbolico, 
storico dell'altro libro:  quello  che resta il suo
unico, vero, grande romanzo.
Per questo ora la cultura di tutto il mondo piange
la scomparsa della Lee. Come sottolinea Inge Fel-
trinelli:  "Da quando  lo abbiamo pubblicato  nel
1982 per la prima volta, Il buio la siepe non è mai
mancato dal nostro catalogo. Siamo fieri di essere
l'editore italiano di Harper Lee, che ha insegnato
a intere generazioni  la lotta  contro l'ingiustizia".

Lucianone

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