Addio Big Man
Era una notte buia e tempestosa, parola di Clarence Clemons, quando per la prima volta si recò col suo sax a vedere quel Bruce di cui agli inizi dei Settanta si parlava tanto bene dalle parti del New Jersey. Era il Wonder Bar di Asbury Park e c' era talmente tanto vento che quando Clemons aprì, la porta si strappò dai cardini e volo via lungo la strada. Quella sera il grande uomo nero salì sul palco e fece il suo primo solo per il Boss. A detta di entrambi si capirono immediatamente, amore a prima vista. Poco tempo dopo il sassofonista entrò stabilmente nella band, per uscirne solo ieri, stroncato a 69 anni dalle complicazioni di un ictus che lo aveva colpito una settimana fa. Quel momento fu immortalato in una delle canzoni più trascinanti di Springsteen, Tenth avenue freeze out, quando il Boss canta: «When the big man joined the band». Da allora è stato soprattutto questo, il grande uomo, il grande amico, e c' era qualcosa d' infinitamente tenero nel modo in cui Springsteen si "appoggiava" a quel trascinante, solido, allegro totem musicale che sul palco era Clemons. The Big man rappresentava l' essenza, il fuoco della E Street Band, ne era il simbolo più convincente e assoluto, e lo stesso Springsteen quando gli chiedevano del loro rapporto rispondeva: «andate a vedere la foto di copertina di Born to run ». Quella foto è una straordinaria immagine di vita, il bianco e il nero, il rocker e il sassofonista soul, sorridenti, magnifici, diversi in tutto eppure così straordinariamente vicini, un binomio che sembrava la sintesi stessa della musica americana, o almeno di quell' America che voleva essere unita, credere positivamente ai valori della democrazia, inneggiare costantemente alla fuga verso il riscatto. Per questo dietro la scomparsa di Clemons c' è la fine di un' era. Se mai potrà ancora esistere, dopo aver già perso Danny Federici, la E Street Band non potrà mai più essere la stessa. Si soffriva da tempo a vederlo più fermo, ingessato, affaticato dai problemi all' anca e al ginocchio, operazioni e dolori che lo avevano tormentato negli ultimi anni e ne avevano minato la sconfinata brama di vita. A volerlo ricordare nel migliore dei modi basta leggere l' autobiografia uscita di recente col titolo Big man, scritta con Don Reo. Esilarante, fantasiosa, vitale. Per Springsteen è una perdita incolmabile: «Clarence ha vissuto una meravigliosa vita, portava dentro di sé l' amore per la gente che la gente ricambiava. Ha creato una meravigliosa estesa famiglia, amava il sassofono, amava i nostri fans e ha dato tutto se stesso ogni notte sul palco.
La sua perdita è incommensurabile, e noi siamo onorati e grati di averlo conosciuto e di aver avuto l' opportunità di stargli accanto per quasi quarant' anni. Era il mio grande amico, il mio partner, e con Clarence al mio fianco, io e la mia band potevamo raccontare una storia ancora più profonda di quella contenuta nella nostra musica. La sua vita, il ricordo di lui e il suo amore vivrà per sempre in quella storia e nella nostra band». Anche perché, non dimentichiamolo, come tutti i fan hanno sempre saputo, prima ancora che una storia di musica, questa è stata la storia di una grande amicizia. In REPUBBLICA.IT Il video di Clarence Clemons, omaggio al sassofonista della E Street Band di Springsteen - GINO CASTALDO
La sua perdita è incommensurabile, e noi siamo onorati e grati di averlo conosciuto e di aver avuto l' opportunità di stargli accanto per quasi quarant' anni. Era il mio grande amico, il mio partner, e con Clarence al mio fianco, io e la mia band potevamo raccontare una storia ancora più profonda di quella contenuta nella nostra musica. La sua vita, il ricordo di lui e il suo amore vivrà per sempre in quella storia e nella nostra band». Anche perché, non dimentichiamolo, come tutti i fan hanno sempre saputo, prima ancora che una storia di musica, questa è stata la storia di una grande amicizia. In REPUBBLICA.IT Il video di Clarence Clemons, omaggio al sassofonista della E Street Band di Springsteen - GINO CASTALDO
Addio a Clarence Clemons
Mitico sax di Springsteen
Per quarant'anni è stato la spalla insostituibile del Boss, vera e propria icona della E Street Band. Le lacrime di Bruce: "Era il mio grande amico, il suo ricordo vivrà sempre con noi".
(19 giugno 2011)
Quando, il 20 giugno, arrivò la notizia della morte di Clarence Clemons
noi fans di Springsteen e della sua band sapevamo della precarietà
di salute del grande "Big Sax" di Bruce, ma non si immaginava che
la sua fine fosse così imminente. E pensavamo, o meglio speravamo
che continuasse a suonare e esibirsi con la band ancora per molto,
forse in eterno... E non è facile pensare sempre che tutto abbia una
fine, soprattutto quando siamo stati abituati da tempo, tanto tempo,
a sentire quei suoni sax così angelici e potenti nello stesso tempo
che ci portavano insieme alla voce del Boss su un altro pianeta, in
un paesaggio rock pieno di sogni e metafore ben lontani dall' 'American
dream', col disincanto che va al di là delle vallate e dei canyon made in Usa
proponendo suoni rock forti, compatti e acuti sax vicino alle sonorità impazzite
di Miles Davis o alla pienezza ritmica di Otis Redding.
Poi comunque la vita continua, come si dice, e lui, il Big Man, vive dentro
di noi, cioè lo portiamo avanti e sempre in vita noi fans con i video, i vecchi
concerti insieme ai duetti con Bruce e alle esibizioni 'live' con tutti gli altri
della band. E come il Boss si appoggiava alla spalla di Clarence, così pure
noi penseremo di appoggiarci ogni tanto a una delle sue possenti spalle per
sentire da molto più vicino le sue virtuose melodie e godere del racconto
incessante delle sue note.
(Luciano Finesso)
(Luciano Finesso)
È questo l'album che ha segnato indubbiamente una svolta per il successo di Bruce Springsteen: dopo due album musicalmente interessanti ma poco fortunati, difatti Born to Run riesce a confermarsi anche al grande pubblico.
Musicalmente risulta più rock ed incisivo rispetto ad altri suoi lavori, con testi molto poetici e diretti: tutte le canzoni in questo album, nessuna esclusa, sono fra le più famose ed apprezzate dai fan di Springsteen, che le esegue spesso nei suoi concerti.
I testi narrano come i precedenti due dischi, di una America difficile, dai toni amari, e della ribellione giovanile nel tentare di non farsi ingabbiare nell'effimero Sogno Americano.
Tracce di 'Born to run'
- Thunder Road (4:49')
- Tenth Avenue Freeze-Out (3:10)
- Night (3:00)
- Backstreets (6:30)
- Born to run ( 4:30))
- She's the One (4:30)
- Meeting Across the River (3:18)
- Jungleland (9:35)
TENTH AVENUE FREEZE-OUT
Tear drops on the city
Bad Scooter searching for his groove
Seem like the whole world walking pretty
And you can't find the room to move
Well everybody better move over, that's all
I'm running on the bad side
And I got my back to the wall
Tenth Avenue freeze-out, Tenth Avenue freeze-out
I'm stranded in the jungle
Taking all the heat they was giving
The night is dark but the sidewalk's bright
And lined with the light of the living
From a tenement window a transistor blasts
Turn around the corner things got real quiet real fast
She hit me with a Tenth Avenue freeze-out
Tenth Avenue freeze-out
And I'm all alone, I'm all alone
And kid you better get the picture
And I'm on my own, I'm on my own
And I can't go home
When the change was made uptown
And the Big Man joined the band
From the coastline to the city
All the little pretties raise their hands
I'm gonna sit back right easy and laugh
When Scooter and the Big Man bust this city in half
With a Tenth Avenue freeze-out, Tenth Avenue freeze-out
Tenth Avenue freeze-out...