mercoledì 31 luglio 2013

CINEMA - Il regista americano Stanley Kubrick

luglio 2013 -                                    visioni post - 107        












Kubrick filming 'Barry Lyndon'


Stanley Kubrick  (1928 - 1999)
è considerato tra i maggiori registi
della storia del cinema
Nelle sale di tutta Italia "Paura e Desiderio" (29, 30
31 luglio '13), il primo film di Stanley Kubrick che
anticipa i  suoi futuri capolavori.

Quei soldati allo specchio  
di Kubrick il pacifista
(da "L'Eco di Bergamo" / Spettacoli - 28 luglio 2013 - Andrea Frambrosi)
Quando Kubrick non era ancora Kubrick. Alle origini
del mito, Kubrick ritorno al futuro.
Ognuno si scelga il titolo che preferisce per
festeggiare  l'arrivo nelle sale, solo il 29, 30 e 
31 luglio, di "Fear and Desire",  primo lungo-
metraggio del futuro genio del cinema mondiale
che viene distribuito  per la prima volta 14 anni 
dopo la morte del maestro.
"Fear and Desire" (Paura e desiderio, 1953) è il 
primo lungometraggio  -  dopo  tre  documentari 
("Flying Padre". "Day of the Fight" del 1951 e
 "The Seafarers" del 1953)  -  dell'allora 25enne
Kubrick.     Film che però, diventato successiva-
mente il regista di culto che tutti conosciamo, il 
suo autore ha immediatamente disconosciuto,
considerandolo "niente più di un esercizio da
amatore", dal risultato "noioso e pretenzioso".
Non di meno, dovrà essere sicuramente salutato
come un evento  l'uscita  di questa copia pratica-
mente inedita  completamente  restaurata in hd
dalla Library of Congress di Washington e dop-
piata per la prima volta in italiano.  Presentato 
in Italia  da  Qmi  e  Minerva Pictures, sul sito
www.kubrickalcinema.it  e www.qmi.it. oltre al-
l'elenco completo delle sale aderenti (nella ber-
gamasca Uci Curno, Ariston Treviglio  e  San 
Marco in città) è possibilevisualizzare il trailer
del film e acquistare il biglietto d'ingresso.
Con un semplice login, inoltre, tutti i fan potranno
scoprire, rispondendo ad alcune domande sulla vi-
ta e la carriera di Kubrick, quale personaggio dei
suoi film  meglio  li  rappresenta, per poi condivi-
derlo su facebook. -   Dall'homepage del sito gli
utenti possono anche ascoltare la playlist con le
musiche più famose dei grandi successi del mae-
stro creata ad hoc da Deezer, media partner del-
l'evento, per l'uscita nelle sale di "Fear and De-
sire".

Certo  con il senno  di poi  è  facile, oggi, 
rintracciare in questo primo lavoro di una
certa compiutezza i temi, gli stili, le osses-
sioni e i rimandi che poi si sarebbero sus-
seguiti in una delle carriere più emblema-
tiche della storia del cinema. Non di me-
no, analizzando il lavoro è impossibile non
rintracciarvi almeno  i semi  da cui nasce-
ranno i futuri frutti. Il lavoro, della durata
di poco più di un'ora, si sviluppa in tre mo-
vimenti o, se preferiamo, in tre atti.

-LA STORIA  -   Quattro soldati di un imprecisato 
esercito che stanno combattendo in un'imprecisata 
guerra  in un  altrettanta  imprecisata zona (da cui
l'astrattezza stilistica del lavoro) devono ricongiun-
gersi al proprio esercito. Decidono così di costruire
una zattera per scendere lungo il fiume che scorre 
nella foresta in cui si trovano.    Dopo uno scontro 
vittorioso  con una pattuglia nemica, dopo il quale
uno dei quattro  dà segni  di squilibrio, incontrano
una ragazza. Temendo che possa tradirli, la lega-
no ad un albero. Nel corso di una colluttazione con
uno dei soldati che ha tentato di violentarla, rimar-
rà però uccisa.   Intanto, intercettato il commando
avversario, due dei soldati si avvicinano, ma si ac-
corgono che  i militari nemici  hanno  i loro  stessi
volti: quando si avvicinano per dare il colpo di gra-
zia, gli sembra di guardarsi in uno specchio. Riuni-
tisi agli altri, aspettano  la zattera  per discendere 
il fiume.
Come si vede, tra i tanti - il pacifismo, la guerra,
la violenza, la presenza perturbante della donna -
emerge già, prepotente, il tema del "doppio" che
Stanley Kubrick  mutua  dalla  "Traumnovelle"
dall'amato scrittore (e medico) viennese Arthur
Schnitzler e che, molti anni dopo, gli servirà co-
me base per "Eyes Wide Shut" (1999), che sarà
il suo ultimo film. Un cerchio chiuso che si riapre,
in un certo senso, ritornando alle origini di un mi-
to che l'autore newyorkese ha sapientemente co-
struito tra genio e regolatezza all'insegna di una
maniacalità diventata ben presto leggendaria.
IL COMMENTO
Solo 13 film in 50 anni ma tutti necessari.
Topolin, Topolin... Viva Topolin... E' uno dei più
folgoranti finali del cinema, in "Full Metal Jacket"
(1987) del grande Stanley Kubrick, motivo cantato
mentre le truppe Usa tornano disfatte da una scon-
fitta in Vietnam.    Un film che commuove e che fa
storia. "Tu non vivrai per sempre - dice l'inflessi-
bile sergente a una recluta - ma il corpo dei marines
ha un buon motivo per continuare a vivere". Topo.
lin,,, Topolin... Intanto il massacro continua.
Si annuncia, per i prossimi giorni, il film che segnò
l'inizio della carriera strepitosa di Kubrick (1928-
1999), "Fear and Desire". Inedito in Italia è stato
completamente restaurato in hd   dalla Library of
Congress di Washington  e doppiato per la prima
volta in italiano.   Il film sta per essere proiettato 
in oltre 90 sale in tutta Italia. In quasi 50 anni que-
sto eccezionale regista ha diretto solo 13 lungome-
traggi, significando ancora una volta  che i veri ar-
tisti non lavorano a cottimo ma soltanto quando ne
avvertono la necessità.
Anche  solo  un rapido sguardo  ai suoi film - che 
ogni appassionato di cinema ha visto e ben ricor-
da - ci permette di affermare che ognuno di essi
ha una precisa ragione d'essere, è valido e "de-
finitivo".  Pensiamo, per farla breve, a "Orizzon-
ti di gloria" (1957), con Kirk Douglas sulle fango
se trincee della prima guerra mondiale, a "Lolita"
(1962), con James Mason  e  Sue Lyon, finanche
superiore al bst seller di Nabokov, a "Barry Lyn-
don" (1975), sontuosa ricostruzione del romanzo
settecentesco di Thackeray, a "Shining" (1980),
con Jack Nicholson e Shelley Duvall terrorizzati
da occulte, ma familiari, presenze in un hotel ab-
bandonato, al "Dottor Stranamore" (1964), sul ba-
ratro della guerra atomica e, in fine, senza dimen-
ticare il finimondo "domestico" di "Arancia mec-
canica", a "2001: Odissea nello spazio" (1968),
che  costringe  l'aspetto fantascientifico  dentro 
l'involucro della filosofia. Fino al testamento di
"Eyes Wide Shut" (1999), con Tom Cruise e Ni-
cole Kidman, sul baratro  esistenziale  tra l'aldi-
qua e l'aldilà.
Con tutto che i suoi film non fossero facili da capi-
re e memorizzare lui, Stanley, era  un uomo sem-
plice, un amico. A quei pochi giornalisti che riusci-
vano a parlargli, noi tra questi a Venezia nel '62,
l'anno di "Lolita", diceva subito;  "Non mi parli
dificile, per favore". Impagabile. Grandezza del
genio.

Lucianone