giovedì 3 maggio 2012

Lo scrittore americano Scott Turow

Scott Turow:
 "Rusty Sabich: il mio avvocato
  che sfugge alla giustizia"


Scott Turow è il maestro del  legal thriller:
i suoi  due libri di maggior successo sono
"Presunto innocente" e "Innocente", un
sequel del primo.


(da R2CULTURA di 'la Repubblica' del
31-05-2010 / di Irene Bignardi)
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"Per mesi", racconta Scott Turow, "ho
avuto sul  mio tavolo   un post-it su cui 
avevo scritto una frase:     'Un uomo è seduto 
su un letto in cui giace il corpo di una donna,
morta'. Non so da dove  mi sia venuta questa
immagine.        Penso, forse, da un quadro di 
Hopper che si intitola An Education in Philosophy -
un'immagine molto simile, la donna sdraiata sul
letto, come ripiegata.  -  Quel post-it è arrivato lì
nel 2005, ci è rimasto molti mesi poi, a  un  certo
punto, mi sono detto: quest'uomo è Rusty Sabich".
Come  per  tutti  gli  scrittori, l'idea iniziale di
"Innocente" (Mondadori, pagg.429, traduzione
di Stefania Bertola), sembra essere nata sempli-
cemente.    In realtà le cose sono più complicate.
Perchè  "Innocente"  è il sequel, 23 anni  dopo, 
di  "Presunto innocente", il libro  con cui   l'av-
vocato  del foro  di Chicago Scott Turow ha rac-
contato  la storia   di Rusty Sabich, lanciato  il
legal thriller, conquistato la leadership del ge-
nere, ottenuto un successo mondiale. 
E  cambiato  vita, perchè da quella volta, ribal-
tando il motto  del suo concittadino di Chicago 
Saul Bellow > (che  "Ogni scrittore deve avere
qualcosa da fare nel pomeriggio"), Turow divide
la sua vita tra scrittura e tribunali.
Rusty Sabich, come  ricorderanno  i lettori  di
"Presunto innocente" (e chi ha visto il film di
Pakula con Harrison Ford) è un avvocato della
Contea di Kindle (la città di Chicago) accusato 
dell'omicidio brutale della sua ex amante e poi
uscito dalla vicenda innocente, per il rotto della
cuffia legale. Un uomo, come tanti, pieno di om-
bre e di segreti.   Che ritornano, assieme a lui,
nel nuovo romanzo. E che hanno rappresentatto,
per Turow, un bel problema.
                    Scott Turow


"Se l'uomo di quell'immagine era Rusty, chi  è
la donna?, mi sono chiesto, e come è morta? Ho
deciso che   doveva essere Barbara, la moglie di 
Rusty - e per quelli  che  hanno  letto   il primo
romanzo c'è  una  certa  giustizia  nel fatto che 
sia morta. E non potevo ignorare la storia rac-
contata  in Presunto innocente, anzi, dovevo
usarne lo sfondo.   Avevo Rusty Sabich, una
persona che ha  dedicato  la sua vita alla leg-
ge, con il trauma permanente  di essere stato
accusato di un crimine che contraddice  la sua
appartenenza a quel mondo.    
Avevo l'antagonismo, 20 anni dopo, tra Rusty
e Tommy, uno dei suoi accusatori. Ma il nuo-
vo libro doveva vivere da solo".
Irene BignardiE infatti vive da solo . Con la sua
cornice di rapporti umani complessi e intrecciati, 
con elemenit che sembrano  derivare dalla trage-
dia classica, quasi distaccato dal mondo presente...
Prosegue Scott Turow: "Sono molto politico. Leggo
i giornali ogni mattino. Ma è anche vero che, nella
realtà quotidiana, gli eventi  del mondo ci toccano 
appena nella nostra vita intima.   Nel libro ci sono
riferimenti occasionali   a Obama e a Abu Grahib,
ma sono cose poco rilevanti per i personaggi e per
il dramma che stanno attraversando.  -   
E poi non voglio  impostare  discussioni  politiche
nei miei romanzi. Come ha detto Darryl F. Zanuck,
"se  vuoi  mandare  un  messaggio, usa la Western 
Union". Ma il presente conta, e mi sono divertito a 
far dialogare i due romanzi. Per esempio: se Rusty 
Sabich di 'Presunto innocente' fosse stato giudicato
qualche anno più tardi, pur incolpevole , non se la
sarebbe cavata,  perchè il DNA avrebbe testimonia
to contro di lui.    Ora, in 'Innocente' il ruolo delle
prove scientifiche è diventato fondamentale, tanto
che spesso gli avvocati cin fanno fin troppo affida-
mento. Non solo il DNA. Esistono  nuovi modi di
sviluppare le impronte in oro dai minimi residui
di sudore. E i computer e le analisi dei computer
hanno una parte fondamentale nelle indagini.
Ma alla fine il romanzo è su cosa la gente sa, 
sui modi di saperlo, su cosa i personaggi sanno 
su se stessi e sugli altri, su quello che non vo-
gliono sapere su se stessi  e sugli altri. E sulla
fragilità della giustizia e degli uomini che am-
ministrano la giustizia, sulle cose  che non ci
vogliono dire, sulle verità  che   non vogliamo
scoprire  anche  se sono  sotto   il nostro naso.
Questo è un  tema eterno  in letteratura  che  
che  non  ha nulla  a  che  fare   col progresso 
scientifico".
Irene Bignardi - Lei parla di fragilità della
giustizia...
"In tutti i miei romanzi ho parlato dei limiti 
del sistema giudiziario, e del fatto che la con-
dotta umana è molto più variata di quanto il
sistema legale sia capace anche solo di imma-
ginare.  Come sanno benissimo gli avvocati,
ci sono molte più cose nella realtà di quelle 
che possono essere dette  e provate in un'au- 
la di giustizia. E in 'Innocente' questo è par-
ticolarmente vero: ci sono immense quantità
di elementi che la legge è incapace di scoprire
e che i miei personaggi conoscono. E a creare
la suspense del romanzo è la tensione tra il
processo che si svolge in tribunale  e quello
che i protagonisti della storia pensano di sa-
pere".
Irene Bignardi -  Uno dei segreti meglio con-
servati del libro riguarda padre e figlio.  Un 
rapporto che l'ha sempre affascinata - basti 
pensare a 'Eroi normali', a 'La legge dei no-
stri padri' - e qui si nutre di silenzi.
"Sono sempre stato interessato  come scrit-
tore alle storie che ci raccontiamo e che non
ci raccontiamo sulle mostre esperienze, sul-
la gente che conosciamo. Sono sempre stato
impegnato con me stesso in un dibattito sui 
confini del mystery. E' un genere limitato,
che  non permette  una completa verosimi-
glianza?  O è una metafora  del fatto  che 
non sappiamo pienamente quello che suc-
cede nelle nostre vite?   O ancora  -  ed è
l'idea che preferisco, e che poi  ci riporta 
a Rusty Sabich e a suo figlio  -  riflette il
fatto che la gente costruisce la storia della
sua vita in modo da rimuovere le informa-
zioni difficili?  Questo è l'aspetto che no-
bilita un personaggio pieno di ombre come
Rusty. Che non sa abbastanza su sè stesso,
ma tiene gli occhi più aperti sui propri er-
rori che su quelli degli altri".  




 lucianone