La pellicola con Meryl Streep divide la Gran Bretagna
La maggioranza degli inglesi: "quella Lady è troppo fragile"
Destra e sinistra all'attacco -
La destra: "Ritratto offensivo - La sinistra: "No, troppo buonista"
E' destino di Margaret Thatcher: sia dividere, sia esaltare.
Anche adesso che, girata la boa degli 86, se ne sta nella
sua casa a Chelsea, infiacchita dalla demenza senile, la
più grande e straordinaria signora della politica britan=
nica è capace di prendersi i titoloni del Times, del
Guardian, del Daily Telegraph, dell' Independent,
insomma della stampa seria.
Parla poco la Thatcher e a fatica, ma fa parlare tanto.
Un paio di anni fà la regista Phyllida Lloyd, la stessa
che ha diretto "Mamma mia", cominciò le riprese di
"The Iron Lady", il film che dal 6 gennaio 2012 sarà
nelle sale di Londra.
Progetto ambizioso, film biografico. A Meryl Streep,
chiamata la Lady di Ferro, furono aperti gli archivi
di Downing Street per studiare i documenti e la per=
sonalità della ex leader, furono consegnati decine di
reperti televisivi per ripassare le cadenze, i movimenti
di Margaret Thatcher che pure incontrò in segreto
L'opera è terminata ed è partita l'onda lunga del lancio
nel Regno Unito, ma già sono volate parole grosse.
I figli della Thatcher sono disgustati. Lord Bell, l'ex
consigliere della Thatcher, liquida il tutto come vera
"spazzatura".
Forse quelle che non piacciono sono le prime imma=
gini della pellicola, dove si vede un'anziana Thatcher
che va a comprare il latte e resta sconcertata dai
prezzi del nuovo secolo.
O forse non va che la regista e Meryl Streep insistano
sullo stato di salute della ex leader, rappresentata
mentre colloquia a vuoto, pensando che il marito
Denis, ormai morto, sia lì con lei.
Oppure, non va giù che un'attrice americana sia stata
coinvolta in una parte tanto british. E il Times si
chiede perchè sia stata scelta un'americana. Forse
perchè quello della Streep è il volto truccato che la
ricorda meglio? Sembrerebbe di sì.
A storcere il naso, comunque, sono anche i critici più
liberal di cui si fa interprete il Guardian,, quotidiano
progressista. D'accordo raccontare la storia della Iron
Lady, d'accordo rappresentare le sue virtù e le sue
debolezze personali, però il film visto dalla sponda
progressista ha un decisivo difetto: non riportare le
spaccature sociali e le ferite che il "thatcherismo"
ha determinato. Quindi è un film che ci dà sì la
Thatcher innovatrice e conservatrice rivoluzionaria
ma ce la dà senza il famoso thatcherismo.
La vera Baronessa ed ex-primo ministro inglese Margaret Thatcher
Se "Il discorso del re", il film sui tormenti da
balbuzie di Giorgio VI, aveva unito e commosso
il Regno Unito portando in dote quattro Oscar,
"The Iron Lady" divide e anzi spacca la nazione.
E' naturale che sia così. Avremo mai una Thatcher
che pacifica? Forse la più contenta alla fine sarà
proprio lei, oltre che, naturalmente, Meryl Streep
destinata all'ennesima nomination da Oscar,
precisamente la 17esima.
Quando alla Thatcher sspiegarono che sarebbe
toccato "all'americana" prenderne la parte, la
Baronessa Thatcher sorrise soddisfatta: è la sua
attrice preferita.
( dall'articolo di Fabio Cavalera, recuperato da
Lucianone sul "Corriere della Sera" del 16 nov. 2011-
mercoledì - foto da Internet).
Meryl Streep diventa Margaret Thatcher
Approfondimento / La parola IRON LADY
"Lady di Ferro", in inglese "Iron Lady", è il
soprannome che a partire da Margaret Thatcher
è stato assegnato a numerose donne leader di
forte volontà e determinazione.
Furono i media dell' Unione sovietica a inventare
per primi la formula nel 1976, per sottolineare la
strenua opposizione al comunismo della Thatcher,
prima donna premier della Gran Bretagna, in carica
dal 1979 al 1990, capo del partito conservatore.
Il suo governo scelse la linea dura in più di una crisi,
come lo sciopero a oltranza dei minatori degli anni 80,
che si chiuse con la sconfitta dei sindacati.
Lucianone