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Retrospettiva dedicata ad Elliott Erwitt:
dal 17 aprile al primo settembre 1913,
Retrospettiva dedicata ad Elliott Erwitt:
dal 17 aprile al primo settembre 1913,
a Torino, nella Corte Medievale di palazzo Madama.
E' organizzata da Silvana Editoriale e Magnum Photos
e nasce in collaborazione con il Comune di Torino e la
Fondazione Torino Musei.
(da 'La Stampa' - 17/04/2013 - di Rocco Moliterni / Torino)
Sul letto di una stanza dai muri scrostati un gatto sembra osservare
una donna e un bebè che dormono, quasi testa a testa,
nella penombra:
è una foto che Elliott Erwitt fece 60 anni fa a New York.
Fu esposta nella famosa mostra "The Family of man", inventata
da Edward Steichen, direttore all'epoca del dipartimento di
fotografia del Moma, e alla fine degli Anni 50 approdò anche
a Palazzo Madama di Torino: "Potevamo lasciarla qui", ha
commentato (ieri) il grande fotografo, inaugurando
l'esposizione targata Magnum e Silvana Editoriale che propone
nella corte medievale dello stesso palazzo 186 fra i suoi
scatti più famosi in bianco e nero.
JAPAN
Nato a Parigi da una famiglia ebraica (all'anagrafe fa Elio
Romano Erwitz), Erwitt visse l'infanzia in Italia e nel '38
si rifugiò con i suoi in America per sfuggire alle leggi
razziali. Iniziò a masticare fotografia a Los Angeles
e poi a New York, dove nel '48 conobbe big del-
l'immagine come Robert Capa e Edward Steichen.
Ma anche Roy Stryker, direttore della Farm Security
Administration, mitica istituzione mamma di tutto
il documentarismo sociale a stelle e strisce, che
l'assume per un progetto della Standard Oil.
Negli Anni 50 il salto alla Magnum (di cui sarà
anche presidente) che gli consentirà una vita
da globetrotter con la macchina fotografica
prima di cimentarsi pure con il cinema.
Quella con la donna e il bebè non è una foto
qualsiasi: a essere ritrattii sono la moglie e
il figlio di Erwitt, e viene in mente che lui
si senta il gatto. D'altronde un che di gattoso
sembra averlo ancora oggi, mentre risponde
sornione alle domande dei giornalisti.
USA 1953, NEW York City
Come ha fatto a trovarsi sempre al posto giusto al
momento giusto? ". A volte mi è capitato, ma voi non
non vedete tutte quelle in cui ho fallito, anche perchè
cerco di non esibirle". Perchè i suoi soggetti sono so-
vente bambini e cani? "Perchè avevo tanti bambini
e tanti cani". E un pò di tempo fa spiegò che i cani
hanno il vantaggio rispetto agli uomini di non chie-
derti la stampa delle foto che gli fai.
Proprio ai cani è dedicata la prima parte della mostra.
Anche se si capisce che ad attirare la curiosità di Erwitt
non sono tanto gli animali quanto e soprattutto il loro
rapporto con gli uomini. Già in queste prime immagini
emerge la caratteristica di fondo delle foto di Erwitt:
lo sguardo ironico. "Ma io - si schermisce lui - non
cerco l'ironia, fotografo solo quello che vedo".
momento giusto? ". A volte mi è capitato, ma voi non
non vedete tutte quelle in cui ho fallito, anche perchè
cerco di non esibirle". Perchè i suoi soggetti sono so-
vente bambini e cani? "Perchè avevo tanti bambini
e tanti cani". E un pò di tempo fa spiegò che i cani
hanno il vantaggio rispetto agli uomini di non chie-
derti la stampa delle foto che gli fai.
Proprio ai cani è dedicata la prima parte della mostra.
Anche se si capisce che ad attirare la curiosità di Erwitt
non sono tanto gli animali quanto e soprattutto il loro
rapporto con gli uomini. Già in queste prime immagini
emerge la caratteristica di fondo delle foto di Erwitt:
lo sguardo ironico. "Ma io - si schermisce lui - non
cerco l'ironia, fotografo solo quello che vedo".
USA 2000, New York City
France 1989, Paris
Peccato che altri fotografi non sappiano cogliere
come lui le "assonanze" tra un gruppo di oche e
uno di ragazze che camminano in Ungheria, o
la similitudine tra un pellicano e un rubinetto.
O immortalare la bambina che si mette in piedi
al Metropolitan accanto alle statue egizie.
Questo sguardo capace di cogliere l'ironia delle
situazioni a volte si sofferma anche negli spazi
angusti di una camera d'hotel (è un'altra delle
sue serie famose), dove Erwitt si diverte a sotto-
lineare i ghirigori di una tappezzeria riflessa
in uno specchio quasi fosse un quadro di Gnoli.
O spazia nelle città come Berlino, dove riesce a
mettere la luna in equilibrio su una statua, o
in Messico dove un'antenna televisiva gioca
con l'aureola di un santo.
La vita urbana l'affascina in tutti i suoi aspetti,
ferma attimi e situazioni a New York (la turista
davanti al grattacielo avvolta nella nebbia) come
a New Orleans (splendidi i bambini in marcia con
gli strumenti musicali in una jam session all'aper-
to), a Parigi (i ragazzi con le maschere di Stanlio e
Ollio) come a Hoboken nel New Jersey (i panni ste-
si quasi fossimo a Napoli).
Spain 1952, Valencia
USA, New York, Jackie Geason 1944 / Actor - Astonishment - Eye - Face
Come molti dei fotografi della Magnum, Erwitt
si è anche cimentato con i grandi della storia e
dello spettacolo: abbiamo in mostra Krusciov e
Nixon nel 1959 e una delle foto più belle mai
fatte a Castro: non puoi, a vederlo in quel grup-
po di rivoluzionari, non pensare a un Cristo
d'un quadro caravaggesco.
Ci sono Jacqueline e Robert Kennedy al funerale
di John, nel 1963. Non manca la famosa foto sul
set del film "maledetto" Misfits (Gli spostati), del
1961. Ritrae Marilyn Monroe e l'intera troupe, da
Montgomery Clift a Clark Gable, che moriranno
uno dopo l'altro, secondo una leggenda, perchè
il film fu girato nel Nevada non distante dal luo-
go dove durante la guerra si facevano gli esperi-
menti nucleari per le bombe di Hiroshima.
Usa 1968, Florida Keys
CUBA 1964, Havana Che GUEVARA
Che differenza c'è tra fotografare persone famose e
semplici passanti? "Nessuna - dice Erwitt - , solo
che le persone famose la gente le riconosce". E di
Marilyn Monroe: "Non c'è niente che sia più d'aiu-
to a una carriera che morire giovani". Perchè pre-
ferisce il bianco e nero? "Non lo preferisco: tanto
che il mio prossimo libro sarà di foto a colori".
Peccato che altri fotografi non sappiano cogliere
come lui le "assonanze" tra un gruppo di oche e
uno di ragazze che camminano in Ungheria, o
la similitudine tra un pellicano e un rubinetto.
O immortalare la bambina che si mette in piedi
al Metropolitan accanto alle statue egizie.
Questo sguardo capace di cogliere l'ironia delle
situazioni a volte si sofferma anche negli spazi
angusti di una camera d'hotel (è un'altra delle
sue serie famose), dove Erwitt si diverte a sotto-
lineare i ghirigori di una tappezzeria riflessa
in uno specchio quasi fosse un quadro di Gnoli.
O spazia nelle città come Berlino, dove riesce a
mettere la luna in equilibrio su una statua, o
in Messico dove un'antenna televisiva gioca
con l'aureola di un santo.
La vita urbana l'affascina in tutti i suoi aspetti,
ferma attimi e situazioni a New York (la turista
davanti al grattacielo avvolta nella nebbia) come
a New Orleans (splendidi i bambini in marcia con
gli strumenti musicali in una jam session all'aper-
to), a Parigi (i ragazzi con le maschere di Stanlio e
Ollio) come a Hoboken nel New Jersey (i panni ste-
si quasi fossimo a Napoli).
Spain 1952, Valencia
USA, New York, Jackie Geason 1944 / Actor - Astonishment - Eye - Face
Come molti dei fotografi della Magnum, Erwitt
si è anche cimentato con i grandi della storia e
dello spettacolo: abbiamo in mostra Krusciov e
Nixon nel 1959 e una delle foto più belle mai
fatte a Castro: non puoi, a vederlo in quel grup-
po di rivoluzionari, non pensare a un Cristo
d'un quadro caravaggesco.
Ci sono Jacqueline e Robert Kennedy al funerale
di John, nel 1963. Non manca la famosa foto sul
set del film "maledetto" Misfits (Gli spostati), del
1961. Ritrae Marilyn Monroe e l'intera troupe, da
Montgomery Clift a Clark Gable, che moriranno
uno dopo l'altro, secondo una leggenda, perchè
il film fu girato nel Nevada non distante dal luo-
go dove durante la guerra si facevano gli esperi-
menti nucleari per le bombe di Hiroshima.
Usa 1968, Florida Keys
USA 1963, Arlington,Virginia, Jacqueline Kennedy
at John F. Kennedy's funeral
Che differenza c'è tra fotografare persone famose e
semplici passanti? "Nessuna - dice Erwitt - , solo
che le persone famose la gente le riconosce". E di
Marilyn Monroe: "Non c'è niente che sia più d'aiu-
to a una carriera che morire giovani". Perchè pre-
ferisce il bianco e nero? "Non lo preferisco: tanto
che il mio prossimo libro sarà di foto a colori".
Lucianone
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