gruppo inglese: invettiva anti-capitalista
ideata da Roger Waters
In "Animals" cani contro maiali e Orwell diventa rock
Il primo riferimento di Animals dei Pink Floyd, datato 1977,
è ovviamente a "La fattoria degli animali" di George Orwell,
ma con un mutamento sostanziale del concetto base che
ispira l'opera letteraria. - Se Orwell nella sua allegoria se
la prendeva soprattutto con lo stalinismo, e comunque in
generale con i meccanismi sociali che producono dittature,
Roger Waters adegua la visione al suo personale credo,
che era sostanzialmente anti-capitalista. La critica alla so-
cietà inglese è feroce, e frequenti sono i riferimenti diretti
alla situazione del tempo, ma ovviamente stiamo parlando
dei Pink Floyd e il disco, nel suo languido e onirico flusso
sonoro, più che un manifesto politico, a parte certe punte
di inacidita asprezza, appare come un viaggio nella natura,
con versi di animali sparsi per tutto l'album, evocazioni bu-
coliche acustiche che al momento della sua uscita sembra-
rono una decisa presa di posizione controcorrente, soprat-
tutto in relazione alla rivoluzione punk che stava appena
esplodendo (ed è nota la maglietta che indossava Johnny
Rotten con la scritta "Hate Pink Floyd).
Animals fu comunque un disco controverso, splendido e
misterioso, che rimarcava la sempre più netta leadership
di Roger Waters, ormai saldamente al comando delle
operazioni della band, a cominciare dalla celebre coper-
tina, disegnata come al solito dallo studio Hipgnosis di
Storm Thorgerson ma ideata dallo stesso Waters. L'idea
era quella di ritrarre la famosa ex centrale elettrica londi-
nese, la Battersea Power Station, che coi suoi quattro
fumaioli può sembrare un animale rovesciato, e sopra
far levitare in modo speculare un pallone a forma di ma-
iale (che aveva anche un nome, Algie).
La formazione storica del gruppo. Da in alto a sinistra
in senso orario: Roger Waters, David Gilmour, Richard
Wright e Nick Mason
In Animals la session fotografica ha creato uno degli episodi
più noti e divertenti dell'aneddotica pinkfloydiana. Il pallone
(a forma di maiale) infatti si staccò dagli ormeggi e comin-
ciò a levarsi in volo. Fu diramato un comunicato agli aerei
in arrivo nel cielo di Londra. avvertendoli che avrebbero
potuto incrociare un grosso maiale, che fu poi recuperato
indenne in una campagna nei dintorni della città.
I maiali, nel disco, sono gli arrampicatori sociali, gli arrivi-
sti senza scrupoli, i cani sono i governanti, e le pecore rap-
presentano il popolo che alla fine si ribella alla sopraffazio-
ne. Con un suggello personale di Waters, che con voce e
chitarra acustica (Pigs on the wing 1 e 2) apre e chiude
quello che è stato in ordine di tempo, il terzo album concept
dei Pink Floyd.
(da la Repubblica - 8 aprile 2013 - Gino Castaldo)
dei Pink Floyd formato da 2 dischi
Uno col repertorio live della band e l'altro con
inediti che mettono in evidenza le singole personalità
Quei suoni che ci trasportano nel futuro
Il titolo è diventato un "brand", un marchio, Ummagumma:
in sè non ha senso, nè la band né ha mai spiegato uno,
ma per una intera generazione, nel pieno del 1969 (era
Woodstock) all'indomani delo sbarco sulla luna, quella
parola acquista un significato magico, alternativo, e
profondo, l'indicazione di un "altrove", di un mondo
nuovo, diverso da tutto. E' così anche la musica dei
Pink Floyd, lontana e diversa, misteriosa e affasci-
nante e 'Ummagumma' è l'incancellabile egno della
loro alterità. Anche la copertina, con il suo gioco
di specchi al contrario, sembra dire "aprite gli occhi,
la mente: la realtà è diversa".
'Ummagumma' è un album doppio, composto da due
dischi diversi, uno dal vivo e uno in studio; il primo
realizzato con brani che già facevano parte del re-
pertorio dei Floyd in concerto, il secondo inedito.
Ma le due metà si completano perchè ci racconta-
no come la band sta cambiando.
Dal vivo la formazione è nel pieno el viaggio astrale
di Astronomy Domine e Set the controls for the heart of
the sun, nella sorprendente energia di Careful with that
axe, Eugene, o nella scoperta dell'invisibile di A saucerful
of secrets, una band compatta e creativa, che lascia spa-
zio ad una straordinaria interazione tra Mason, Gilmour
Waters e Wright.
La parte in studio, invece, mette in evidenza le singole
personalità. Ecco quindi Sysyphus di Rick Wright, divi-
sa in 4 parti, complessa e ricca, in bilico tra classico e
avanguardia. Nick Mason propone The grand vizier's
garden party, viaggio estremo e fantastico tra ritmi e
rumori. Gilmour mantiene dritta la barra dei Floyd,
con The narrow way, dodici minuti psichedelici, come
si caratterizzerà il suono dei lavori seguenti, mentre
Roger Waters continua la sua personale rivoluzione
musicale, sia con la bellissima Grantchester Meadows,
acustica e sognante, sia con la sperimentale Several
species of small furry animals gathered together,
titolo adatto a illustrare la sua volontà di esplorare
il mondo dei suoni in maniera sorprendente.
'Ummagumma' è un gioiello, splendente e misterioso,
che fotografa la band nel pieno del passaggio dalla
prima fase sperimentale, legata alle origini con Barrett,
e la nuova realtà, verso la quale ognuno dei quattro
componenti, a suo modo, si indirizza.
Un disco difficile nella sua parte nuova, nella quale
vengono racchiuse le sorprese più belle, e allo stes-
so tempio un "greatest hits" dal vivo; un album che
porta il mito dei Floyd ai massimi vertici dell'era psi-
chedelica che volgeva verso il tramonto. Tramonto
che i Floyd vedono al punto da intraprendere nuove
strade e chiudere, alla loro maniera, gli anni Sessanta.
Lucianone
inediti che mettono in evidenza le singole personalità
Quei suoni che ci trasportano nel futuro
Il titolo è diventato un "brand", un marchio, Ummagumma:
in sè non ha senso, nè la band né ha mai spiegato uno,
ma per una intera generazione, nel pieno del 1969 (era
Woodstock) all'indomani delo sbarco sulla luna, quella
parola acquista un significato magico, alternativo, e
profondo, l'indicazione di un "altrove", di un mondo
nuovo, diverso da tutto. E' così anche la musica dei
Pink Floyd, lontana e diversa, misteriosa e affasci-
nante e 'Ummagumma' è l'incancellabile egno della
loro alterità. Anche la copertina, con il suo gioco
di specchi al contrario, sembra dire "aprite gli occhi,
la mente: la realtà è diversa".
'Ummagumma' è un album doppio, composto da due
dischi diversi, uno dal vivo e uno in studio; il primo
realizzato con brani che già facevano parte del re-
pertorio dei Floyd in concerto, il secondo inedito.
Ma le due metà si completano perchè ci racconta-
no come la band sta cambiando.
Dal vivo la formazione è nel pieno el viaggio astrale
di Astronomy Domine e Set the controls for the heart of
the sun, nella sorprendente energia di Careful with that
axe, Eugene, o nella scoperta dell'invisibile di A saucerful
of secrets, una band compatta e creativa, che lascia spa-
zio ad una straordinaria interazione tra Mason, Gilmour
Waters e Wright.
La parte in studio, invece, mette in evidenza le singole
personalità. Ecco quindi Sysyphus di Rick Wright, divi-
sa in 4 parti, complessa e ricca, in bilico tra classico e
avanguardia. Nick Mason propone The grand vizier's
garden party, viaggio estremo e fantastico tra ritmi e
rumori. Gilmour mantiene dritta la barra dei Floyd,
con The narrow way, dodici minuti psichedelici, come
si caratterizzerà il suono dei lavori seguenti, mentre
Roger Waters continua la sua personale rivoluzione
musicale, sia con la bellissima Grantchester Meadows,
acustica e sognante, sia con la sperimentale Several
species of small furry animals gathered together,
titolo adatto a illustrare la sua volontà di esplorare
il mondo dei suoni in maniera sorprendente.
'Ummagumma' è un gioiello, splendente e misterioso,
che fotografa la band nel pieno del passaggio dalla
prima fase sperimentale, legata alle origini con Barrett,
e la nuova realtà, verso la quale ognuno dei quattro
componenti, a suo modo, si indirizza.
Un disco difficile nella sua parte nuova, nella quale
vengono racchiuse le sorprese più belle, e allo stes-
so tempio un "greatest hits" dal vivo; un album che
porta il mito dei Floyd ai massimi vertici dell'era psi-
chedelica che volgeva verso il tramonto. Tramonto
che i Floyd vedono al punto da intraprendere nuove
strade e chiudere, alla loro maniera, gli anni Sessanta.
Lucianone
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