parola di Wilbur Smith, che racconta
come lavorare a un libro sia una specie
di ossessione, ma parla anche del suo
grande amore per l'Africa.
(da 'l'Espresso' - 23 giugno 2011 - Sabina
Minardi a colloquio con W. Smith) visione post - 61
Scrivere un libro è un segreto che neppure il più
smaliziato degli editori sa spiegare. Essere un ca-
polista seriale delle classifiche con la felicità del
caso non c'entra più.
Wilbur Smith è il primo a negare che esista la
formula magica del successo. Ma la miscela che
impiega da anni è un'arma micidiale: trame avven-
turose nutrite da passioni estreme; il gusto di com-
plicare la vita a tutti i personaggi, senza occhio di
riguardo per nessuno; la dedizione e l'erudizione
per rimuovere, uno dopo l'altro, gli ostacoli. Risul-
tato: romanzi popolari di qualità. Il gusto antico
del raccontare, sostenuto dall'istinto del giornali-
sta (è nato in Rhodesia del Nord, l'attuale Zambia
e per anni ha fatto il cronista, poi per volere del
padre il ragioniere): che annota i dettagl, fiuta le
piste, traccia architetture narrative intricate.
Lo sfondo cambia, ma il format resta. E a 78 anni
di età ci si può permettere il lusso di accantonare
i perimetri di saghe storiche e mitologiche come
quelle egizie, dei Ballantyne e dei Courtney. Per
affrontare materie più scabrose: le regole tribali,
la sharia, il medioevo contemporaneo del fonda-
mentalismo islamico. Combinati con l'attualità di
un Occidente nemico, al Qaeda, la corsa al petro-
lio dietro le quinte di tutti i conflitti.
"La legge del deserto" (Longanesi) diventa così un
romanzo politico, che dà a Smith non solo il merito
di aver scritto un libro da grandi emozioni, ma anche
il testo giusto per il tempo giusto...
Wilbur Addison Smith
(nato a Broken Hill il 9 gennaio 1933, è uno scrittore zambiano)
La giornalista Sabina Minardi pone a W. Smith
alcune domande che, tra l'altro, riguardano anche
le motivazioni per la stesura del romanzo 'La legge
del deserto'.
Sabina Minardi -'Perchè ha deciso di occuparsi di
attualità?'.
Wilbur Smith - "Perchè è il nostro presente, e credo
che un lettore trovi un interesse in più nel leggere un
libro con elementi che rimandano alla sua vita. I per-
sonaggi mi ronzavano in testa da un pezzo. In più, co-
nosco bene quella parte d'Africa in cui ho ambientato
una parte della storia; ho posseduto un'isola nelle
Seychelles.
S. Minardi - 'Il destino del nord Africa è in ridefinizio-
ne. Come pensa che guerre e rivolte in corso ne rimo-
delleranno il futuro?'.
W. Smith - "Credo che sia utopistico pensare che
governi pienamente democratici e laici possano in-
staurarsi in tempi brevi. Nelle nazioni islamiche c'è
un governo presieduto da un uomo solo sin dai tem-
pi di Maometto. Immaginare una forma di governo
parlamentare all'occidentale mi sembra chiedere
troppo".
S. Minardi - 'Parliamo di altri suoi romanzi. C'è
sempre l'Africa. Cos'è l''Africa per lei?'.
W. Smith - "E' il battito del mio cuore. Ci sono nato,
ho vissuto in Afria. Conosco il continente molto bene,
l'ho attraversato in lungo e largo. L'ho studiato, ho
cacciato animali, mi sono anche appassionato al bird-
watching. Ma più di tutto penso che sia la gente d'A-
frica a renderla così eccitante. La diversità degli es-
seri umani, dai tootsie ai pigmei, insieme all'eredità
degli scrittori del passato, ne fanno un posto dove
c'è sempre qualcosa da scoprire".
S. Minardi - 'Lei viaggia molto, vive spesso all'estero.
Dov'è la sua casa?'.
W. Smith - "Ne ho una a Cape Town, una a Londra
e un'altra in Svizzera. Sono un africano nomade. Un
girovago del mondo".
S. Minardi - 'Torniamo alla sua infanzia africana. E'
lì che trae l'ispirazione?".
W. Smith - "Sì. Nacse lì il mio gusto dell'avventura.
Mi vengono in mente i safari con i miei genitori: ave-
vo tre anni, e a quei tempi non si viaggiava certo con
le macchine. Mi sistemavano in una specie di amaca,
alle estremità c'erano due africani che mitrasportava-
no a piedi. Ricordo esattamente il verso dei leoni
intorno alla tenda nella notte. E l'avventura, appunto:
quando i leoni mangiatori di uomini assalivano il cam-
po e gli uomini uscivano per ucciderli, la confusione,
l'oscurità, le corse in ogni direzione. Mio padre spara-
va, io lo spiavo".
S. Minardi - 'Immagini che rivivono nei suoi libri,
zeppi di uomini audaci, che sfidano gli animali, che
hanno relazioni con bellissime donne. Sono questi
caratteri forti a piacere ai lettori?'.
W. Smith - "In un romanzo la gente cerca due cose:
da una parte la possibilità di imparare qualcosa; dal-
l'altra, di evadere dalla propria esistenza, spesso no-
iosa e incolore, in una dimensione immaginifica".
S, Minardi - 'I suoi libri sono amatissimi dalle donne.
Nostalgia di identità che non ci sono più?'.
W. Smith - Credo che i miei libri, specie gli ultimi,
abbiano personaggi femminili molto forti, nei quali
le lettrici si possono identificare. D'altra parte, credo
che spesso queste signore comprino i miei libri per
mariti e figli. Magari alla fine li leggono anche loro".
S. Minardi - 'Crede che trasmettere la passione per la
lettura sia una prerogativa femminile?'.
W. Smith - "Sì. Quando ero bambino, non c'era la
tv e vivevamo in un contesto remoto. Andavamo nel-
la biblioteca della città ad affittare i libri, e ricordo
ancora il suono del vecchio telefono quando squillava:
mia madre correva a rispondere e se ci annunciavano
l'arrivo di un volume ordinato era una grande gioia.
Il momento più atteso della giornata era quello in cui
si andava a letto e mia madre leggeva una storia a me
e a mia sorella. L'amore per i libri in me è nato così:
da quelle scatole magiche, da cui venivano fuori sto-
rie meravigliose. E dal modo di raccontare di mia ma-
dre".
S. Minardi - 'Perchè è così amato in Italia?'.
W. Smith - "Non saprei. Nel mondo dei libri il
successo è imprevedibile. A volte un libro non
è particolarmente buono, eppure tutti voglio-
no leggerlo. Come per un film: talvolta la gente
corre a vederli solo per poterne parlare. Il pas-
saparola è determinante. Internet e social net-
work saranno sempre più influenti".
S. Minardi - 'E' vero che lei ha dei rituali prima
di cominciare un nuovo libro?'.
W. Smith - "Ce li avevo. Oggi comincio a scrivere
solo quando sono pronto.
CONTINUA...
to be continued...