domenica 31 agosto 2014

Lo scrittore di culto Wilbur Smith

Lo scrivere è una follia:
parola di Wilbur Smith, che racconta
come lavorare a un libro sia una specie
di ossessione, ma parla anche del suo
grande amore per l'Africa.

(da 'l'Espresso' - 23 giugno 2011 - Sabina    
Minardi a colloquio con W. Smith)     visione post - 61
Scrivere un libro è un segreto che neppure il più
smaliziato degli editori sa spiegare. Essere un ca-
polista seriale delle classifiche con la felicità del
caso non c'entra più. 
Wilbur Smith è il primo  a negare   che esista  la
formula magica del successo. Ma la miscela che
impiega da anni è un'arma micidiale: trame avven-
turose nutrite da passioni estreme; il gusto di com-
plicare la vita a tutti i personaggi, senza occhio di
riguardo per nessuno; la dedizione  e l'erudizione 
per rimuovere, uno dopo l'altro, gli ostacoli. Risul-
tato: romanzi popolari di qualità.    Il gusto antico 
del raccontare, sostenuto dall'istinto del giornali-
sta (è nato in Rhodesia del Nord, l'attuale Zambia
e per anni  ha fatto il cronista, poi per volere  del 
padre il ragioniere): che  annota i dettagl, fiuta le
piste, traccia architetture narrative intricate.
Lo sfondo cambia, ma il format resta. E a 78 anni
di età ci si può permettere il lusso di accantonare
i perimetri  di saghe storiche e mitologiche  come
quelle egizie, dei Ballantyne e dei Courtney.  Per
affrontare materie più scabrose: le regole tribali,
la sharia, il medioevo contemporaneo del fonda-
mentalismo islamico. Combinati con l'attualità di
un Occidente nemico, al Qaeda, la corsa al petro-
lio dietro le quinte di tutti i conflitti. 
"La legge del deserto" (Longanesi) diventa così un
romanzo politico, che dà a Smith  non solo  il merito
di aver scritto un libro da grandi emozioni, ma anche
il testo giusto per il tempo giusto...
Wilbur Addison Smith
(nato a Broken Hill il 9 gennaio 1933, è uno scrittore zambiano)

La  giornalista Sabina Minardi pone a W. Smith 
alcune domande che, tra l'altro, riguardano anche
le motivazioni per la stesura del romanzo 'La legge
del deserto'.   
Sabina Minardi -'Perchè ha deciso di occuparsi di
attualità?'.
Wilbur Smith  -  "Perchè è il nostro presente, e credo
che un lettore trovi un interesse in più nel leggere un
libro con elementi che rimandano alla sua vita. I per-
sonaggi mi ronzavano in testa da un pezzo. In più, co-
nosco bene quella parte d'Africa in cui ho ambientato 
una  parte della storia;  ho posseduto  un'isola  nelle
Seychelles.
S. Minardi - 'Il destino del nord Africa  è  in ridefinizio-
ne. Come pensa che guerre e rivolte in corso ne rimo-
delleranno il futuro?'.
W. Smith  -  "Credo che sia utopistico pensare che 
governi pienamente democratici e laici possano in-
staurarsi in tempi brevi. Nelle nazioni islamiche c'è
un governo presieduto da un uomo solo sin dai tem-
pi di Maometto. Immaginare una forma di governo
parlamentare  all'occidentale  mi sembra chiedere 
troppo".
S. Minardi - 'Parliamo di altri suoi romanzi. C'è
sempre l'Africa. Cos'è l''Africa per lei?'.
W. Smith  -  "E' il battito del mio cuore. Ci sono nato, 
ho vissuto in Afria. Conosco il continente molto bene,
l'ho attraversato in lungo e largo.   L'ho studiato, ho 
cacciato animali, mi sono anche appassionato al bird-
watching. Ma più di tutto penso che sia la gente d'A-
frica a renderla così eccitante. La diversità degli es-
seri umani, dai tootsie ai pigmei, insieme all'eredità
degli scrittori del passato, ne fanno  un posto  dove
c'è sempre qualcosa da scoprire".
S. Minardi - 'Lei viaggia molto, vive spesso all'estero.
Dov'è la sua casa?'.
W. Smith  -  "Ne ho una a Cape Town, una a Londra
e un'altra in Svizzera. Sono un africano nomade.  Un
girovago del mondo". 
S. Minardi - 'Torniamo alla sua infanzia africana. E' 
lì che trae l'ispirazione?".
W. Smith  -  "Sì. Nacse lì il mio gusto dell'avventura.
Mi vengono in mente i safari con i miei genitori: ave-
vo tre anni, e a quei tempi non si viaggiava certo con 
le macchine. Mi sistemavano in una specie di amaca, 
alle estremità c'erano due africani che mitrasportava-
no a piedi.    Ricordo  esattamente  il verso  dei leoni 
intorno alla tenda nella notte. E l'avventura, appunto:
quando i leoni mangiatori di uomini assalivano il cam-
po e gli uomini  uscivano  per ucciderli, la confusione,
l'oscurità, le corse in ogni direzione. Mio padre spara-
va, io lo spiavo". 
S. Minardi - 'Immagini che rivivono nei suoi libri,
zeppi di uomini audaci, che sfidano gli animali, che
hanno relazioni con bellissime donne.  Sono questi
caratteri forti a piacere ai lettori?'.
W. Smith  -  "In un romanzo la gente cerca due cose: 
da una parte la possibilità di imparare qualcosa; dal-
l'altra, di evadere dalla propria esistenza, spesso no-
iosa e incolore, in una dimensione immaginifica".
S, Minardi - 'I suoi libri sono amatissimi dalle donne.
Nostalgia di identità che non ci sono più?'.
W. Smith  -  Credo  che  i miei libri, specie gli ultimi,
abbiano  personaggi femminili molto forti, nei quali 
le lettrici si possono identificare. D'altra parte, credo 
che spesso queste signore  comprino i miei libri  per 
mariti e figli. Magari alla fine li leggono anche loro".
S. Minardi - 'Crede che trasmettere la passione per la
lettura sia una prerogativa femminile?'.
W. Smith  -  "Sì. Quando ero bambino, non c'era  la 
tv e vivevamo in un contesto remoto. Andavamo nel-
la biblioteca  della città  ad affittare  i libri, e ricordo
ancora il suono del vecchio telefono quando squillava:
mia madre correva a rispondere e se ci annunciavano
l'arrivo di un volume ordinato era una grande gioia.
Il momento più atteso della giornata era quello in cui 
si andava a letto e mia madre leggeva una storia a me
e a mia sorella. L'amore per i libri in me è nato così:
da quelle scatole magiche, da cui venivano fuori sto-
rie meravigliose. E dal modo di raccontare di mia ma-
dre".

S. Minardi - 'Perchè è così amato in Italia?'.
W. Smith  -  "Non saprei. Nel mondo dei libri il
successo è imprevedibile. A volte un libro non
è particolarmente  buono, eppure  tutti  voglio-
no leggerlo. Come per un film: talvolta la gente
corre a vederli solo per poterne parlare.  Il pas-
saparola è determinante. Internet e social net-
work saranno sempre più influenti". 
S. Minardi - 'E' vero che lei ha dei rituali prima
di cominciare un nuovo libro?'.
W. Smith  -  "Ce li avevo. Oggi comincio a scrivere 
solo quando sono pronto.

CONTINUA... 
to be continued...

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