sorprendente, sconosciuto
Il giovane Holden? Era una spia Usa e sposò
una nazista
Dalla Germania arrivano le prove che J. D.
Salinger , a guerra finita, lavorò per i servi-
zi americani. E interrogò, come seguace del
Fùhrer, quella che sarebbe diventata la sua
prima moglie. Lo si è saputo quasi per caso,
grazie a una signora che gli fece da cuoca,
(da 'il Venerdì di Repubblica' / esteri - Pagine
perdute . 23 ottobre 2009 - Lisa Grunenberg)
"Non avevo idea che quell'americano tanto carino
scrivesse libri", è stato il commento di Hedwig
Stùbing, signora ottantacinquenne di Gunzenha-
usen, in Baviera, quando le è stato spiegato chi
fosse quel giovane presso cui aveva lavorato dopo
la fine della Seconda guerra mondiale. Non uno
scrittore qualsiasi, peraltro, ma Jerome David
"J. D." Salinger, mito della letteratura contem-
poranea, autore del "Giovane Holden", e titolo
originale : "The Catcher in the rye".
Come molti sanno, nel 1953 Salinger si ritirò
nella sua casa di campagna a Cornish, nel New
Hampshire, travolto dal successo del suo celebreromanzo, terminato nel '51. Da allora, le notizie
trapelate su Salinger sono rarissime. E ancora
oggi, più che novantenne (nel 2009 - Salinger è
morto il 27 gennaio 2010 ndr.), rifiuta qualsiasi
contatto con il mondo esterno. E la sua giovinezza,
in particolare la sua partecipazione alla Seconda
guerra mondiale nel 12°reggimento di fanteria del-
l'esercito americano, continua a nascondere aspet-
ti mai chiariti.
Un sorprendente contributo per fare luce su questo
periodo arriva da Gunzenhausen, un piccolo centro
non lontano da Norimberga, e dalla signora Stùbing.
Già si sapeva che il grande romanziere aveva trascorso
in Baviera alcuni mesi. Salinger usciva da esperienze
durissime. Aveva preso parte alla sanguinosa batta-
glia di Thankirchen (il villaggio che i nazisti, nono-
stante la disfatta fosse prossima, si rifiutarono di ce-
dere e che alla fine fu raso al suolo dagli Alleati), ed
era stato tra i primi soldati a entrare nel campo di
concentramento di Dachau, liberato dagli americani
il 29 aprile del 1945. "Non puoi più toglierti la puzza
di carne bruciata dal naso, non importa quanto a lun-
go tu viva" confessò anni dopo alla figlia Margaret.
Il carico emotivo divenne insopportabile, tanto che
Salinger fu ricoverato nel reparto psichiatrico del-
l'ospedale militare di Norimberga per 'battle fatigue'
(stress per traumi da combattimento), come testimo-
nia una lettera scritta da lì nel luglio del 1945 a
Ernest Hemingway, conosciuto l'anno prima a Pa-
rigi. Dimesso dall'ospedale, Salinger si congeda
anche dall'esercito. Non torna però subito negli
Stati Uniti: decide di rimanere in Germania e firma,
questa volta come civile, un nuovo contratto di sei
mesi con l'esercito. - Sulle ragioni che lo avevano
trattenuto e sul tipo di attività da lui svolta erano
finora state possibili solo delle congetture.
Il Military History Office di Heidelberg non aveva
potuto fornire dettagli sulla sua presenza, o chiari-
re che ruolo avesse svolto. Poi, lo scorso settembre
(2009 ndr.), la signora Stùbing ha letto un articolo
del 'Nùrnberger Nachrichten', un quotidiano regio-
nale che rievocava il soggiorno dello scrittore a
Gunzenhausen. E si è ricordata di quell'americano
"così carino", per il quale aveva lavorato, come cuo-
ca e cameriera, dal gennaio al marzo del 1946.
Sopratutto, ha tirato fuori dalle sue vecchie carte
una lettera di referenze, sctitta su un foglietto di
carta sottile e quasi trasparente, firmata da Salinger.
La allora "signorina Kugler" viene definita nella
lettera una persona "diligente e capace, la cui one-
stà e lealtà sono indiscutibili". - Il dettaglio più
interessante è però la qualifica con cui Salinger si
firma: Special Investigator, Cic, Caf 10. La sigla
Caf 10 indica il grado di capitano. Cic sta invece
per Countern Intelligence Corps, l'agenzia di spio-
naggio dell'esercito americano.
La reference letter, conservata per più di 60 anni
dalla signora Stùbing, è la prova che lo scrittore
nei mesi successivi alla fine della guerra era an-
cora impegnato in attività di intelligence contro-
spionaggio per l'esercito americano. Già nel 1944
Salinger era stato reclutato nel Cic per la sua per-
fetta conoscenza del tedesco, di cui si ricorda bene
anche la signora Stùbing.
Nel dopoguerra l'agenzia di spionaggio dell'esercito
americano si era dedicata soprattutto a un'attività
di "denazificazione" della Germania occupata. In
questa luce si comprende quindi meglio la presenza
del giovane capitano a Gunzenhausen, considerato
un covo di nazisti.
Dall'archivio della cittadina è inoltre spuntata una
foto di 3 soldati americani. Uno di loro è in borghe-
se e, secondo l'archivista Werner MùhlhàuBer, quel
giovane sorridente potrebbe essere proprio Salinger.
Lì lo scrittore si era stabilito nella lussuosa Villa
Schmidt nel novembre del 1945 con la prima moglie
Sylvia Welter, un'oculista tedesca sposata in ottobre.
Anche le circostanze in cui i due si erano conosciuti
sembrerebbero potersi ricondurre all'atività di con-
trospionaggio svolta da Salinger. In 'Dream Catcher',
la sua biografia del padre non autorizzata, Margaret
Salinger sostiene che la prima moglie, morta l'anno
scorso (nel 2008 - ndr.), fosse una fervente nazista e
che i due si fossero conosciuti addirittura durante
un interrogatorio. Da una casa di riposo di Erlangen,
però, Hildegard Mayer, amica e compagna di scuola
di Sylvia Welter smentisce. "Tutte sciocchezze. Sylvia
era una bellissima ragazza, che aveva cervello e senso
dell'umorismo. Non aveva niente a che fare con i na-
zisti".
La coppia ripartì per New York nell'aprile del 1946,
ma la giovane moglie tedesca non fu mai accettata
dalla famiglia ebrea dello scrittore. Dopo soli otto
mesi , tornò in Europa. Lasciando Salinger solo con
i suoi fantasmi e la scrittura del suo capolavoro.
Al più grande eremita della letteratura mondiale
piaceva mangiare gli hamburger nei fast-food, bere
birra nei pub, fare gite turistiche in pullman alle ca-
scate del Niagara e al Grand Canyon, andare allo
zoo, guardare gli sceneggiati in tv, ascoltare Pava-
rotti e coltivare l'orto.
J.D. Salinger era insomma una persona normale,
non il recluso che i media e il suo stesso compor-
tamento hanno fatto credere. E' indubbio che il
romanziere americano, dopo avere conquistato
fama internazionale nel 1951 con "Il giovane
Holden", pubblicò poco altro, evitò stampa e no-
torietà come la peste e visse sempre in una citta-
dina del New Hampshire, fino alla morte nel 2010.
Ma decine di lettere inedite venute alla luce di
recente, scritte da Salinger a un vecchio amico,
rivelano che l'immagine di un solitario strambo
che si nasconde da tutto e tutti non corrisponde
minimamente alla realtà.
potuto fornire dettagli sulla sua presenza, o chiari-
re che ruolo avesse svolto. Poi, lo scorso settembre
(2009 ndr.), la signora Stùbing ha letto un articolo
del 'Nùrnberger Nachrichten', un quotidiano regio-
nale che rievocava il soggiorno dello scrittore a
Gunzenhausen. E si è ricordata di quell'americano
"così carino", per il quale aveva lavorato, come cuo-
ca e cameriera, dal gennaio al marzo del 1946.
Sopratutto, ha tirato fuori dalle sue vecchie carte
una lettera di referenze, sctitta su un foglietto di
carta sottile e quasi trasparente, firmata da Salinger.
La allora "signorina Kugler" viene definita nella
lettera una persona "diligente e capace, la cui one-
stà e lealtà sono indiscutibili". - Il dettaglio più
interessante è però la qualifica con cui Salinger si
firma: Special Investigator, Cic, Caf 10. La sigla
Caf 10 indica il grado di capitano. Cic sta invece
per Countern Intelligence Corps, l'agenzia di spio-
naggio dell'esercito americano.
La reference letter, conservata per più di 60 anni
dalla signora Stùbing, è la prova che lo scrittore
nei mesi successivi alla fine della guerra era an-
cora impegnato in attività di intelligence contro-
spionaggio per l'esercito americano. Già nel 1944
Salinger era stato reclutato nel Cic per la sua per-
fetta conoscenza del tedesco, di cui si ricorda bene
anche la signora Stùbing.
Nel dopoguerra l'agenzia di spionaggio dell'esercito
americano si era dedicata soprattutto a un'attività
di "denazificazione" della Germania occupata. In
questa luce si comprende quindi meglio la presenza
del giovane capitano a Gunzenhausen, considerato
un covo di nazisti.
Dall'archivio della cittadina è inoltre spuntata una
foto di 3 soldati americani. Uno di loro è in borghe-
se e, secondo l'archivista Werner MùhlhàuBer, quel
giovane sorridente potrebbe essere proprio Salinger.
Lì lo scrittore si era stabilito nella lussuosa Villa
Schmidt nel novembre del 1945 con la prima moglie
Sylvia Welter, un'oculista tedesca sposata in ottobre.
Anche le circostanze in cui i due si erano conosciuti
sembrerebbero potersi ricondurre all'atività di con-
trospionaggio svolta da Salinger. In 'Dream Catcher',
la sua biografia del padre non autorizzata, Margaret
Salinger sostiene che la prima moglie, morta l'anno
scorso (nel 2008 - ndr.), fosse una fervente nazista e
che i due si fossero conosciuti addirittura durante
un interrogatorio. Da una casa di riposo di Erlangen,
però, Hildegard Mayer, amica e compagna di scuola
di Sylvia Welter smentisce. "Tutte sciocchezze. Sylvia
era una bellissima ragazza, che aveva cervello e senso
dell'umorismo. Non aveva niente a che fare con i na-
zisti".
La coppia ripartì per New York nell'aprile del 1946,
ma la giovane moglie tedesca non fu mai accettata
dalla famiglia ebrea dello scrittore. Dopo soli otto
mesi , tornò in Europa. Lasciando Salinger solo con
i suoi fantasmi e la scrittura del suo capolavoro.
IL SALINGER
SORPRENDENTEAl più grande eremita della letteratura mondiale
piaceva mangiare gli hamburger nei fast-food, bere
birra nei pub, fare gite turistiche in pullman alle ca-
scate del Niagara e al Grand Canyon, andare allo
zoo, guardare gli sceneggiati in tv, ascoltare Pava-
rotti e coltivare l'orto.
J.D. Salinger era insomma una persona normale,
non il recluso che i media e il suo stesso compor-
tamento hanno fatto credere. E' indubbio che il
romanziere americano, dopo avere conquistato
fama internazionale nel 1951 con "Il giovane
Holden", pubblicò poco altro, evitò stampa e no-
torietà come la peste e visse sempre in una citta-
dina del New Hampshire, fino alla morte nel 2010.
Ma decine di lettere inedite venute alla luce di
recente, scritte da Salinger a un vecchio amico,
rivelano che l'immagine di un solitario strambo
che si nasconde da tutto e tutti non corrisponde
minimamente alla realtà.
Continua...to be continued...
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