La famosa cantante colombiana spiega
perchè la solidarietà è un dovere di tutti
Visioni post - 55
(da la Repubblica RCLUB - 6 giugno 2015 - Laura Laurenzi)
Piccola ma carica di energia, aggressiva nei suoi
stivali che fra tacco a stiletto e plateau le regalano
18 centimetri. Shakira mescola sex appeal e inge-
nuità, ha un viso di bambina sotto la gran criniera
bionda, un sorriso dolce, nulla di minaccioso.
Minuscoli shorts neri, reggiseno arabescato a vista,
l'icona del pop latino offre di sè un'immagine inedita
mentre stringe al petto - ma solo per un minuto, la
sua assitente glielo porta subito via - il piccolo Sasha,
il suo secondo bambino nato nel gennaio scorso. Ga-
leotto fu il Waka Waka, il mondiale di calcio in Sud
Africa, il colpo di fulmine con Gerard Piqué, difenso-
re del Barca e della nazionale spagnola.
La incontriamo in un resort a cinque stelle all'ombra
della montagna di Montserrat, non lontano da Bar-
cellona, la città in cui si è trasferita da quando ha
messo su famiglia con il calciatore, che ha dieci anni
esatti meno di lei. - Sospesa tra due modi, è stata de-
finita la giusta combinazione tra corpo e intelletto, tra
impegno sociale e danza del ventre, tra passione e di-
sciplina. Non è un nome d'arte il suo, ispirato dalla
nonna libanese: tradotto dall'arabo Shakira vuol dire
"donna piena di grazia". Al suo attivo oltre sessanta
milioni di dischi venduti e una dozzina fra Grammy
e Billboard Awards: ma oggi non è questo che conta.
Fare del bene in modo sistematico, progettando, pia-
nificando, edificando, è la sua linfa vitale, si direbbe
l'attività cui tiene di più, quasi una vocazione, se è
verpo che ha cominciato a praticarla quando era mi-
norenne e che a 26 anni, la più giovane della storia,
era già stata nominata ambasciatrice di buona volon-
tà dell'Unicef.
Precoce nel canto e precoce nel volontariato.
A cinque anni già cantava in un coro, a otto
anni aveva già scritto 19 canzoni, a 11 vinse
il concorso "Buscando Artista Infantil" - e se
lo aggiudicò per tre edizioni successive - a 14
anni incise il suo primo album. E a 18 dette
vita alla sua personale fondazione benefica
che chiamò "Pies descalzos", il titolo di un
suo CD, Piedi scalzi, su cui ancora oggi, a 20
anni esatti di distanza, riversa ogni energia.
A Barranquilla, città portuale della Colombia
dove è nata 38 anni fa, vedeva per la strada
bambini laceri e abbandonati che frugavano
nell'immondizia e sniffavano colla. "Sono
cresciuta fra ingiustizie e disuguaglianze molto
forti. La povertà era tutta intorno a me, da pre-
stissimo ho avuto la consapevolezza di cosa vo-
lesse dire non avere niente e da subito mi sono
ripromessa che se avessi avuto successo non
sarei rimasta con le mani in mano", racconta,
passando dall'inglese allo spagnolo con qual-
che breve incursione nella nostra lingua. La
parla senza accento, in omaggio a un bisnon-
no italiano, "fiera di avere nel mio sangue e
nel mio dna il retaggio di una delle civiltà più
antiche e più importanti del mondo", dice.
"La mia battaglia è quella per il diritto all'istruzione,
perchè tutti i bambini in ogni angolo della Terra pos-
sano andare a scuola. E' lo strumento migliore per
un domani di pace. Non c'è investimento che possa
dare risultati più concreti in minor tempo e io dedi-
co a questo ogni energia. Finora nel mio Paese ab-
biamo costruito scuole per circa settemila bambini
che non avevano un futuro, non avevano sogni, e
abbiamo creato centri di accoglienza per piccoli da
uno a sei anni. I risultati di questo impegno sono
frutti che si colgono rapidamente. Di recente ab-
biamo costruito una scuola in una zona disagiata
nella periferia di Cartagena ed è uno spettacolo
vedere come con la scuola è arrivata l'elettricità,
è arrivata l'acqua, è nata una comunità e sono
completamente sparite le bande criminali".
Dai bambini di strada alla Casa Bianca. Con l'lmpatto
della sua popolarità non c'è porta che non si sia aper-
ta. Presidenti, capi di stato, primi ministri, Nobel per
la pace: chi dei grandi della Terra l'ha colpita di più?
Shakira ci pensa qualche secondo e poi risponde:
"Direi Obama. Ammiro molto la sua sfida volta a
garantire a tutti il diritto all'istruzione, una battaglia
cui il presidente fa cenno in quasi tutti i suoi discor-
si ufficiali. Umanamente ha la capacità di concentra-
re la sua attenzione su ogni suo singolo collaboratore,
e questo mi ha molto colpito. Sono fiera di lavorare
per lui e per la Casa Bianca: faccio parte di una com-
missione in cui sono consulente sul tema istruzione e
popolazione di origine ispanica negli Stati Uniti". Ha
incontrato Papa Francesco? "Non ancora, ma spero
di farlo presto. La sua è una delle voci più importan-
ti del mondo e abbiamo davvero bisogno di una voce
come la sua che parli a nome di chi non viene ascol-
tato da nessuno. Vorrei chiedergli cosa pensa della
nostra campagna a favore dei milioni e milioni di
bambini che oggi non hanno accesso neppure alla
prima elementare. Vorrei che cambiasse la mente
di chi oggi è al comando nei posti chiave".
La filantropia ha molti volti e l'emergenza è sempre
in agguato. Shakira, che conta oltre 30 milioni di fol-
lowers, non ama esibire i bei gesti umanitari ma a
domanda risponde: "Dopo il terremoto in Nepal ho
fatto una mia donazione personale e attraverso i so-
cial network, in particolare attraverso twitter, ho con-
tattato persone in grado di offrire congrui contributi
alle famiglie più bisognose sollecitandole a farlo".
E non è Shakira ad annunciarlo bensì l'Unicef in un
comunicato ufficiale: grazie alle donazioni dei suoi
fan e di quelli del marito, la "Baby Shower Mondiale"
salva-vita lanciata dalla popstar subito prima che na-
scesse il suo secondo figlio ha permesso di raccoglie-
re finora 150 mila dollari sufficienti per 130 mila vac-
cini contro polio e morbillo e per alimenti terapeutici
da distribuire a 15 mila bambini.
Anche se combatte per i diritti delle donne e ancor
più delle bambine, non ama definirsi femminista:
"Preferisco femmina, senza nulla togliere al fatto che
le donne sono il seme dell'umanità, le colonne su cui
si fonda la nostra società, le persone che ogni giorno
rendono questo mondo un posto migliore". Cosa più
di ogni altra oggi le dà energia? "L'amore. Sentirmi
amata. E' ciò che mi fa svegliare la mattina e alzarmi
dal letto e abbracciare la vita. Proprio perchò ci sono
stati periodi in cui non ero amata, e so quanto è triste.
Adesso ho una famiglia mia e l'amore di un uomo:
non posso desiderare di più".
Gabriel Garcia Marquez, suo amico e ammiratore, la
chiamava "muro di granito" per la sua determinazio-
ne. Nel sociale ma anche quando calca il palcosceni-
co. "Nessuno, a nessuna età, riesce a cantare e bal-
lare in quel modo, con una sensualità così innocente,
tanto innocente che sembra l'abbia inventata lei",
scrisse il Nobel dopo avere assistito a un suo concerto.
Lei ricambiò componendo i brani musicali del film trat-
to da L'amore ai tempi del colera. Segretamente, sen-
za nessuna pretesa letteraria ma come semplice testi-
monianza, anche Shakira sta scrivendo un libro: la
sua autobiografia. E ' presto per anticipare qualche
capitolo e poi le cose da raccontare sono davvero
tante.
Lucianone
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