Da sempre appassionato di misteri e di codici
segreti, Dan Brown ha messo questi suoi interessi
al centro dei due best-seller che hanno conquistato
le classifiche di tutto il mondo: 'Il codice Da Vinci'
e 'Angeli e demoni'.
Dan Brown: "Un romanzo è come
la vita senza le parti noiose. / Non
sono un teorico del complotto ma
credo nelle mie storie."
Questo ha detto, tra altre cose, lo scrittore statunitense
durante il Dialogo-intervista avuto, alla Repubblica del-
le Idee di Firenze, con il giornalista Vittorio Zucconi.
(da la Repubblica / R2CULTURA - 7 giugno 2013 - Laura
Montanari)
Dove si trovano le parole, come si costruisce una storia
che diventa un thriller di successo, pagine che milioni
di lettori a varie latitudini del mondo divorano per ar-
rivare a una fine uguale per tutti, un punto messo a
fuoco. Con Dan Brown è un rischio: la fine spesso non
ha i contorni così definiti e limpidi da tranquillizzarci.
una volta arrivati al capolinea. "Scrivere una fiction è
come scrivere della vita tagliando tutto quello che è
noios", dice Dan Brown, lo scrittore americano del mi-
stero e dei mille segreti che circondano le sue storie,
dal Codice Da Vinci all'ultimo Inferno (Mondadori).
Si racconta consegnandosi senza ombre a Vittorio
Zucconi. E' uno degli incontri più attesi della prima
giornata fiorentina della Repubblica delle Idee (tut-
to esaurito da giorni). Due poltroncine sul palcosce-
nico, Palazzo Vecchio, Salone del Cinquecento, in-
torno un perimetro di affreschi e armonie artistiche.
E' anche, e non a caso, uno dei luoghi dell'ultimo
romanzo di Dan Brown.
V. Zucconi - Nelle sue siorie c'è spesso l'idea di
poteri che ci nascondono le cose.
D. Brown - Scrivo il romanzo che da lettore vorrei
leggere.
Zucconi - E' vero che per farsi venire delle idee e
far circolare meglio il sangue, a volte si appende a
testa in giù?
Brown - Può sembrare strano ma è così. Mettersi
a testa in giù è un altro modo di vedere il mondo,
cambia la prospettiva... e questo aiuta.
Zucconi - Come costruisce una trama? Parte da
un'idea e mette intorno un racconto?
Brown - Per me scrivere è come realizzare una casa,
bisogna cominciare dalle fondamenta e farlo bene,
avere le grandi linee della storia in testa. Di Inferno
ho scritto all'inizio cento pagine, poi ci ho lavorato
su (sono diventate 522, ndr). Se non ho chiaro dove
voglio arrivare, rischio di andare avanti e poi fer-
marmi senza trovare una via d'uscita quando sono
al 99 per cento del libro. Mentre facevo le ricerche
per Inferno e prima ancora per Il codice Da Vinci,
mi sono reso conto che la filosofia e la storia della
Chiesa diventavano per me sempre più affascinan-
ti e l'influenza che ha avuto la visione dantesca
dell'Inferno cristiano fosse la più precisa e la più
particolareggiata. Lo so che era già stato descrit-
to nella Bibbia e che un aldilà c'era anche nella
mitologia classica, ma è Dante ad averne dato
una narrazione completa, vivida e terribile. La
storia prosegue anche così.
Zucconi - Certo è molto coraggioso, lei che è
americano, venire qui a parlare di Dante ai fio-
rentini.
Brown - (ride) Il mio romanzo è una lettera
d'amore a Dante, a Firenze, alla vostra cultura.
Zucconi - In Inferno lei parla di un misterioso
Consortium e aggiunge una postilla: "E' un'or-
ganizzazione privata con sedi in sette diversi
paesi. Il nome è stato cambiato per motivi di
sicurezza e privacy". Lei crede a quello che
scrive?
Brown - Assolutamente sì. Sono più uno scettico che
non un teorico del complotto.
Zucconi - Ci sono casi in cui le teorie complottistiche
nascono per esempio, dal rifiuto di credere che 19 ter-
roristi possano dirottare aerei e colpire il cuore di
New York sconvolgendo il mondo. Ha mai pensato a
scrivere un libro sull'11 settembre?
Brown - Penso che non ne sarei capace, provo anco-
ra troppo dolore. Non mi sento pronto. Quanto ai com-
plotti, il passato ha dimostrato come a volte anche un
solo uomo possa cambiare il corso della storia.
Zucconi - Cambiando completamente argomento,
perchè nei suoi libri non c'è quasi mai sesso?
Brown - Mi sono posto come sfida di creare bestseller
senza il sesso. In Inferno c'è in realtù una scena ripetu-
ta due volte, ma lì era indispensabile. Non metto nei li-
bri ingredienti come sesso e violenza gratuita per ven-
dere di più, li metto soltanto se li ritengo funzionali e
importanti rispetto alla storia chr vado a raccontare.
Dan Brown
Zucconi - In Inferno a un certo punto spiega che
Dante ha scritto in volgare per frsi capire da tutti,
mi è sembrato.di cogliere in quel passaggio un suo
riferimento a chi la critica dicendo magari che lei
non è uno scrittore raffinato, che non usa un ingle-
se dickensiano ma una lingua nazionalpopolare...
Brown - Uno scrittore o un artista o un musicista
quando compongomo qualcosa si lasciano in gene-
re guidare dal proprio gusto. Scrivo cose che piac-
ciono a me.
Zucconi - In Inferno lei affronta anche il tema
della crescita esponenziale della popolazione del
pianeta.
Brown - Negli ultimi 85 anni la popolazione del
mondo è triplicata, ogni giorno nascono 200mila
bambini. E' un tema che mi interessa molto e di
cui parlo nel romanzo, ma ho rispetto dei lettori
e non suggerisco delle soluzioni, mi basta che si
facciano un'idea del problema. La stessa cosa va-
le quando parlo del bene e del male, penso che
anche i cattivi abbiano delle ragioni per compor-
tarsi in quel determinato modo e quindi bisogna
interrogarsi, non smettere di farsi delle domande
prima di giudicare. Farsi domande del resto è il
solo modo per vincere l'apatia.
Zucconi - Con Il Codice da Vinci è stato attac-
cato da certi ambienti della Chiesa.
Brown - Non mi sarei mai aspettato che chiedersi
quale fosse il senso del Cristianesimo se Gesù non
fosse stato il Figlio di Dio, potesse scatenare tante
reazioni. Sono vissuto in una famiglia in cui quel-
le domande si potevano fare...
Zucconi - In alcuni suoi libri, penso al Simbolo per-
duto, lei insiste sul ruolo della Massoneria: può
prendere un dollaro e mostrarci i simboli che trova
sopra?
Brown - (frugandosi nelle tasche e tirando fuori
una banconota verde e mostrandola alla sala):
Qui c'è una piramide non terminata... ecco penso
che una piramide non terminata sia per noi un
simbolo: possiamo fare ancora delle cose e farle
bene, non dobbiamo smettere di costruire. Lo penso
profondamente, nel mio cuore.
"La verità del ghiaccio"
Nuovo, sorprendente romanzo di Dan Brown
'Un misto di scienza, storia e politica; un fuoco
di fila di colpi di scena tra la Casa Bianca e il
Polo Nord' (Corriere della Sera).
Quale mistero nasconde il meteorite scoperto
dalla NASA non lontano dal Polo Nord? Un
gruppo di scienziati indaga. Ma il rischio è
molto alto.
La notizia è di quelle che potrebbero rivoluzionare
la scienza e sconvolgere la Storia: al di là dell'82°
parallelo, dove l'isola di Ellesmere si protende
verso i ghiacci del Polo Nord, la NASA ha indivi-
duato un meteorite molto particolare. Anzi unico.
Al suo interno, infatti, cela dei fossili di insetti.
Un segno inequivocabile che da qualche parte,
nell'Universo, c'è vita.
Lucianone
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