lunedì 23 aprile 2012

Scrittore americano Don DeLillo: intervista, video e biografia

Don DeLillo:  "Meglio Joyce e Beckett dei tanti       totale visioni - 56
                        narratori sedotti dall'attualità"

Lo scrittore americano, in un'intervista  concessa 
al giornalista Antonio Monda  nel dicembre 2011,
racconta la propria passione per i grandi classici
novecenteschi

(da R2CULTURA di 'la Repubblica' - 
22 dicemmbre 2011 di A. Monda)

New York
Il libro più importante degli ultimi tempi è la raccolta
di racconti di Don DeLillo, The Angel Esmeralda, Nine
Stories, uscita negli Stati Uniti da Scribner.
E'  la  prima volta  che l'autore  da alle stampe una 
raccolta di storie brevi, scritte parallelamente ai 15 
romanzi  pubblicati negli ultimi 35 anni.
Un libro che è già diventato un classico, accolto con
entusiasmo  dall'intera critica  di  lingua inglese. Il
Boston Globe l'ha definito "magnifico", il Guardian
ha parlato di "grande arte" e persino la perfida Mi-
chiko Kakutani, sul New York Times, si è dilungata
sul "dono elettrizzante del linguaggio, e  della rara
emozionante  capacità  di  avventurarsi  nel  cuore
umano".
Tra i 9 racconti, quello che  da il titolo al libro ha per
protagoniste due monache che portano cibo e conso-
lazione   a  uomini e donne  di ogni età, gli sconfitti  
nella terra delle opportunità. Una vicenda di reden-
zione che parte dall'omicidio di una bambina di nome
Esmeralda, con un personaggio che si chiama Ismael
-  è chiaro il riferimento a Moby Dick.
"Ho sentito citare chiunque, da Bernanos a Graham 
Greene", dice  Don DeLillo  nella  sua casa   a pochi 
chilometri a nord di Manhattan. E continua "Ne sono
lusingato, ma un pò m'inbarazza. Scegliendo il nome 
Ismael, davo   per scontato   che si sarebbe  pensato a
Melville, eppure  mi sento   più a mio agio  con altri
riferimenti letterari...".
A. Monda: "Mi dica allora. quali sono i libri che l'hanno
più appassionata quest'anno?"
D. DeLillo: "Ho letto molti classici: ho ripreso in mano 
i libri di Beckett, e sono rimasto colpitissimo, anche più
di quanto potessi aspettarmi. Ho passato mesi a leggere
i 4 volumi dell'opera completa. poi mi sono concentra-
to su un altro grande scrittore irlandese: James Joyce,
in particolare 'Gente di Dublino'. Ritengo che "I morti",
da cui John Huston ha tratto un bellissimo film, sia
un capolavoro, e forse Joyce è lo scrittore che ha avuto
il ruolo più importante nella mia formazione letteraria.
Infine ho leaamente lette-
rario, ma a me ha lasciato un segno profondo: i testi
scritti da e su  De Kooning,  usciti in occasione della
grande retrospettiva al MoMa, Mi affascina moltissi-
mo il modo di raccontare di De Kooning...".
A. Monda: "Ritiene che il cambiamento politico
avvenuto  in America  con la presidenza Obama
abbia influenzato la letteratura degli ultimi anni?
D. DeLillo: "Non la letteratura che rimarrà: non
credo si possa dare speranza  perchè c'è un presi-
dente invece di un altro, che possano comunicarla
dei personaggi... E poi chi ha veramente a cuore
la letteratura sa che scrivere è un processo creativo
troppo intimo, che prescinde dalla contingenza del
momento".


                Don DeLillo

A. Mondo: "Tornando al suo racconto, 'The Angel
Esmeralda' è stato scritto prima di 'Underworld',
ma era stato in qualche modo inglobato nel ro-
manzo... E' così?"
D. DeLillo: "Con una forma diversa, però: è solo
la storia che rimane la stessa, e appare in due mo-
menti diversi del romanzo. In origine era proprio
una storia breve, che ha a che fare con un quar-
tiere brutale e il racconto di un miracolo".
A. Monda: "Lei crede nei miracoli?"
D. DeLIllo: "Quello che m'interessa è la percezione
che ne ha la gente, che ne hanno i credenti come gli
scettici".
A. Monda: "Come mai una sua raccolta di racconti?"
D. DeLillo: "Quando la mia editor, Nan Graham, me 
l'ha proposto sono rimasto indifferente, se non scetti-
co. Ma lei ha insistito fino a convincermi".
A. Monda: "Che differenza c'è tra scrivere un romazo
e un racconto?"
D. DeLillo: "Quando scrivo un romanzo, per molto
tempo non so come andrà a finire. La  brevità invece 
porta ad avere un'idea compiuta della storia".
A. Monda:"I racconti generalmente vendono meno 
dei romanzi: come mai?"
D. DeLillo: "Perchè i lettori, me compreso, amano 
seguire le vicende dei personaggi che si sviluppano
lentamente davanti ai loro occhi. Desideriamo qual-
cosa, ma soprattutto qualcuno, che sia accanto a noi
per molto tempo".
A. Monda: "I temi e i luoghi sono comunque quelli
ricorrenti nella sua opera: il cinema, l'arte moderna,
lo sport, i terminal degli aeroporti..."
D. DeLillo: "Si tratta delle mie passioni. I terminal
mi affascinano per la loro impersonalità, sono luo-
ghi che dimentichiamo nel momento in cui partia-
mo: mi colpisce questo senso di asettica fallacia".
A. Monda: " In 'Hammer and Sickle'  il protago-
nista è un uomo  che finisce in prigione per inside
trading e diventa pazzo per il calcio"
D. DeLillo: "Tutto nasce da un ponte che attraverso
ogni giorno per tornare a casa. Per anni mi sono
chiesto come mai a quell'altezza gli automobilisti
suonassero il clacson e facessero schiamazzi. Poi
una volta su quel ponte   ho visto   passare  delle 
persone in fila con una strana uniforme. Erano
detenuti , e  sono partito    da  quella suggestione
pensando a una persona di ceto alto che perde
tutti i privilegi e occupa il suo tempo con il calcio,
sport poco popolare in America".
A. Monda: "In 'Human Moments in World War III'
due astronauti si chiedono come si possa vivere in
un pianeta dove esistano i terremoti, le carestie  ed 
ogni tipo di sciagure."
D. DeLillo: "E' una riflessione che mi appartiene
da sempre. In questo caso mi hanno colpito le foto
a colori  della terra vista dallo spazio...   Alla fine 
si tratta della constatazione dolente  della presenza
del dolore, dell'ingiustizia, del male insondabile
ed eterno".
A. Monda: "In molte sue storie, i protagonisti 
conservano qualcosa che accade davanti a loro...
In 'Baider Meinhof' è una donna a vedere una
mostra che ha per tema il gruppo terrorista tedesco."
D. DeLillo: "Il mio è un approccio assolutamente 
visivo: parto sempre dalle immagini. Ma quello che
racconto in 'Baider Meinhof'  l'ho vissuto  di perso-
na al MoMa, in un giorno  in cui il museo era stra-
namente deserto. Un'esperienza che è rimasta dentro
di me".
            Fine Intervista  / The interview is over




Biografia  di  Don DeLillo

continua... to be continued...




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