MERYL STREEP e la sua biografia
Nascita: Summit, New Jersey 22 giugno 1949
Il suo vero nome è Mary Louise.
Ha sognato da sempre di dedicarsi all'opera lirica,
prima di scegliere, mentre frequentava
ancora il Vassar College, di intraprendere la carriera
di attrice. Dopo il diploma, nel 1971, si è iscritta alla
Yale School of Drama e poi ha debuttato sul
palcoscenico, recitando al Public Theatre di New
York. Nel 1977 ha esordito sul grande schermo in Giulia, di Fred Zinneman.
L'anno successivo è apparsa nel film di Michael Cimino Il cacciatore (1978) ottenendo la sua prima
candidatura all'Oscar.
Altre nomination dell'Academy Award le ha poi conquistate per La donna del tenente francese (1981), di Karel Reisz, Silkwood (1983) di Mike Nichols,
La mia Africa (1985) di Sidney Pollack,
Ironweed (1987) di Hector Babenco, Un grido nella notte (1988) di Fred Schepisi,
Cartoline dall'Inferno (1990) di Mike Nichols,
I Ponti di Madison County (1995) di Clint Eastwood, La voce dell'amore (1998) di Carl Franklin,
La musica del cuore (1999) di Wes Craven,
Il ladro di orchidee - Adaptation (2002) di Spike Jonze,
Il diavolo veste Prada di David Frankel (2006).
Di recente Meryl Streep ha leggermente frenato i propri impegni, ma si è tolta lo sfizio di lavorare
per la prima volta con uno dei suoi grandi miti cinematografici di sempre, quel Robert Altman che
l'ha diretta nel suo ultimo, struggente Radio America (2006).
Dopo la morte del suo compagno di gioventù, l'attore
John Cazale, la Streep ha sposato nel settembre del
1978 lo scultore Don Gummer che le ha dato 4 figli, Henry, Mary Willa, Grace e Louise, nati tra il
1979 e il 1991. Perfezionista fino allo sfinimento (per il ruolo di Roberta Guaspari, protagonista de
La musica del cuore, ha studiato violino per otto settimane, arrivando a suonare anche per sei ore
al giorno di filato), Meryl Streep è una delle attrici più premiate della storia del cinema.
Nel 2008 ha sbancato il box office cantando e ballando in una travolgente interpretazione nel
musical Mamma mia! Nel 2009 è arrivata la 15esima candidatura con il film Il dubbio, nel quale
dà ancora prova della sua capacità d'attrice, regalando un ritratto memorabile di una madre superiora implacabile e bigotta in una storia ambientata attorno
a un sospetto di pedofilia nel mondo della chiesa.
Sempre nel 2009 ha ancora stupito tutti con una nuova magistrale interpretazione: è la Julia Child che dalla televisione negli anni '60 rivoluzionava la tavola
americana con le sue ricette da Cordon Bleu.
Un ruolo che le è valso un Golden Globe nel 2010.
Meryl Streep in "Il diavolo veste Prada"
Meryl Streep in "Il dubbio"
MERYL STREEP e la sua filmografia
1. commenti di sport-musica-arte- cinema-TV-letteratura 2. commenti di libri con creazione di Mylist e Sezione CULTURA / Scrittori 3 Sezione MUSICA /JAZZ 4 Sezione FOTOGRAFIA 5 Sezione TEATRO 6 Sezione VIAGGI 7 Sezione PERSONALE
mercoledì 7 dicembre 2011
lunedì 28 novembre 2011
CINEMA - Il film "The Iron Lady" con Meryl Streep
La pellicola con Meryl Streep divide la Gran Bretagna
La maggioranza degli inglesi: "quella Lady è troppo fragile"
Destra e sinistra all'attacco -
La destra: "Ritratto offensivo - La sinistra: "No, troppo buonista"
E' destino di Margaret Thatcher: sia dividere, sia esaltare.
Anche adesso che, girata la boa degli 86, se ne sta nella
sua casa a Chelsea, infiacchita dalla demenza senile, la
più grande e straordinaria signora della politica britan=
nica è capace di prendersi i titoloni del Times, del
Guardian, del Daily Telegraph, dell' Independent,
insomma della stampa seria.
Parla poco la Thatcher e a fatica, ma fa parlare tanto.
Un paio di anni fà la regista Phyllida Lloyd, la stessa
che ha diretto "Mamma mia", cominciò le riprese di
"The Iron Lady", il film che dal 6 gennaio 2012 sarà
nelle sale di Londra.
Progetto ambizioso, film biografico. A Meryl Streep,
chiamata la Lady di Ferro, furono aperti gli archivi
di Downing Street per studiare i documenti e la per=
sonalità della ex leader, furono consegnati decine di
reperti televisivi per ripassare le cadenze, i movimenti
di Margaret Thatcher che pure incontrò in segreto
L'opera è terminata ed è partita l'onda lunga del lancio
nel Regno Unito, ma già sono volate parole grosse.
I figli della Thatcher sono disgustati. Lord Bell, l'ex
consigliere della Thatcher, liquida il tutto come vera
"spazzatura".
Forse quelle che non piacciono sono le prime imma=
gini della pellicola, dove si vede un'anziana Thatcher
che va a comprare il latte e resta sconcertata dai
prezzi del nuovo secolo.
O forse non va che la regista e Meryl Streep insistano
sullo stato di salute della ex leader, rappresentata
mentre colloquia a vuoto, pensando che il marito
Denis, ormai morto, sia lì con lei.
Oppure, non va giù che un'attrice americana sia stata
coinvolta in una parte tanto british. E il Times si
chiede perchè sia stata scelta un'americana. Forse
perchè quello della Streep è il volto truccato che la
ricorda meglio? Sembrerebbe di sì.
A storcere il naso, comunque, sono anche i critici più
liberal di cui si fa interprete il Guardian,, quotidiano
progressista. D'accordo raccontare la storia della Iron
Lady, d'accordo rappresentare le sue virtù e le sue
debolezze personali, però il film visto dalla sponda
progressista ha un decisivo difetto: non riportare le
spaccature sociali e le ferite che il "thatcherismo"
ha determinato. Quindi è un film che ci dà sì la
Thatcher innovatrice e conservatrice rivoluzionaria
ma ce la dà senza il famoso thatcherismo.
La vera Baronessa ed ex-primo ministro inglese Margaret Thatcher
Se "Il discorso del re", il film sui tormenti da
balbuzie di Giorgio VI, aveva unito e commosso
il Regno Unito portando in dote quattro Oscar,
"The Iron Lady" divide e anzi spacca la nazione.
E' naturale che sia così. Avremo mai una Thatcher
che pacifica? Forse la più contenta alla fine sarà
proprio lei, oltre che, naturalmente, Meryl Streep
destinata all'ennesima nomination da Oscar,
precisamente la 17esima.
Quando alla Thatcher sspiegarono che sarebbe
toccato "all'americana" prenderne la parte, la
Baronessa Thatcher sorrise soddisfatta: è la sua
attrice preferita.
( dall'articolo di Fabio Cavalera, recuperato da
Lucianone sul "Corriere della Sera" del 16 nov. 2011-
mercoledì - foto da Internet).
Meryl Streep diventa Margaret Thatcher
Approfondimento / La parola IRON LADY
"Lady di Ferro", in inglese "Iron Lady", è il
soprannome che a partire da Margaret Thatcher
è stato assegnato a numerose donne leader di
forte volontà e determinazione.
Furono i media dell' Unione sovietica a inventare
per primi la formula nel 1976, per sottolineare la
strenua opposizione al comunismo della Thatcher,
prima donna premier della Gran Bretagna, in carica
dal 1979 al 1990, capo del partito conservatore.
Il suo governo scelse la linea dura in più di una crisi,
come lo sciopero a oltranza dei minatori degli anni 80,
che si chiuse con la sconfitta dei sindacati.
Lucianone
La maggioranza degli inglesi: "quella Lady è troppo fragile"
Destra e sinistra all'attacco -
La destra: "Ritratto offensivo - La sinistra: "No, troppo buonista"
E' destino di Margaret Thatcher: sia dividere, sia esaltare.
Anche adesso che, girata la boa degli 86, se ne sta nella
sua casa a Chelsea, infiacchita dalla demenza senile, la
più grande e straordinaria signora della politica britan=
nica è capace di prendersi i titoloni del Times, del
Guardian, del Daily Telegraph, dell' Independent,
insomma della stampa seria.
Parla poco la Thatcher e a fatica, ma fa parlare tanto.
Un paio di anni fà la regista Phyllida Lloyd, la stessa
che ha diretto "Mamma mia", cominciò le riprese di
"The Iron Lady", il film che dal 6 gennaio 2012 sarà
nelle sale di Londra.
Progetto ambizioso, film biografico. A Meryl Streep,
chiamata la Lady di Ferro, furono aperti gli archivi
di Downing Street per studiare i documenti e la per=
sonalità della ex leader, furono consegnati decine di
reperti televisivi per ripassare le cadenze, i movimenti
di Margaret Thatcher che pure incontrò in segreto
L'opera è terminata ed è partita l'onda lunga del lancio
nel Regno Unito, ma già sono volate parole grosse.
I figli della Thatcher sono disgustati. Lord Bell, l'ex
consigliere della Thatcher, liquida il tutto come vera
"spazzatura".
Forse quelle che non piacciono sono le prime imma=
gini della pellicola, dove si vede un'anziana Thatcher
che va a comprare il latte e resta sconcertata dai
prezzi del nuovo secolo.
O forse non va che la regista e Meryl Streep insistano
sullo stato di salute della ex leader, rappresentata
mentre colloquia a vuoto, pensando che il marito
Denis, ormai morto, sia lì con lei.
Oppure, non va giù che un'attrice americana sia stata
coinvolta in una parte tanto british. E il Times si
chiede perchè sia stata scelta un'americana. Forse
perchè quello della Streep è il volto truccato che la
ricorda meglio? Sembrerebbe di sì.
A storcere il naso, comunque, sono anche i critici più
liberal di cui si fa interprete il Guardian,, quotidiano
progressista. D'accordo raccontare la storia della Iron
Lady, d'accordo rappresentare le sue virtù e le sue
debolezze personali, però il film visto dalla sponda
progressista ha un decisivo difetto: non riportare le
spaccature sociali e le ferite che il "thatcherismo"
ha determinato. Quindi è un film che ci dà sì la
Thatcher innovatrice e conservatrice rivoluzionaria
ma ce la dà senza il famoso thatcherismo.
La vera Baronessa ed ex-primo ministro inglese Margaret Thatcher
Se "Il discorso del re", il film sui tormenti da
balbuzie di Giorgio VI, aveva unito e commosso
il Regno Unito portando in dote quattro Oscar,
"The Iron Lady" divide e anzi spacca la nazione.
E' naturale che sia così. Avremo mai una Thatcher
che pacifica? Forse la più contenta alla fine sarà
proprio lei, oltre che, naturalmente, Meryl Streep
destinata all'ennesima nomination da Oscar,
precisamente la 17esima.
Quando alla Thatcher sspiegarono che sarebbe
toccato "all'americana" prenderne la parte, la
Baronessa Thatcher sorrise soddisfatta: è la sua
attrice preferita.
( dall'articolo di Fabio Cavalera, recuperato da
Lucianone sul "Corriere della Sera" del 16 nov. 2011-
mercoledì - foto da Internet).
Meryl Streep diventa Margaret Thatcher
Approfondimento / La parola IRON LADY
"Lady di Ferro", in inglese "Iron Lady", è il
soprannome che a partire da Margaret Thatcher
è stato assegnato a numerose donne leader di
forte volontà e determinazione.
Furono i media dell' Unione sovietica a inventare
per primi la formula nel 1976, per sottolineare la
strenua opposizione al comunismo della Thatcher,
prima donna premier della Gran Bretagna, in carica
dal 1979 al 1990, capo del partito conservatore.
Il suo governo scelse la linea dura in più di una crisi,
come lo sciopero a oltranza dei minatori degli anni 80,
che si chiuse con la sconfitta dei sindacati.
Lucianone
martedì 23 agosto 2011
MUSICA - La vita di Amy Winehouse / Prima parte
visioni del post - 460
L' infanzia -
Amy è nata a Enfield, nel cuore del Middlesex, in
terra inglese, per la precisione nella periferia nord
di Londra, in una zona che, allargandosi, ha finito
per inglobare le varie cittadine della cintura resi=
denziale della capitale inglese.
Quella di Amy è una famiglia tranquilla di ebrei
inglesi che abita in una delle vecchie palazzine
a due piani di Enfield, in una zona buona della
periferia dove risiedono commercianti e piccoli
imprenditori.
Amy Jade Winehouse nasce in questo quartiere il
14 settembre 1983. E' figlia secondogenita di
misses Janis, una giovane farmacista all'epoca
sposata con Mitchell Winehouse, un sanguigno
venditore porta a porta di infissi antigelo, e un
grande appassionato di jazz e aspirante taxista.
Ma è proprio il desiderio di cambiare vita e di
sedersi dietro il volante di un "cab" (tipico taxi
londinese) che porterà Mitchell a trasferirsi
con la famiglia a Southgate, uno dei quartieri
pulsanti della swinging London.
Amy all'età di 2 anni
Il padre di Amy è spesso fuori casa per i suoi
turni di lavoro e mamma Janis accudisce Amy
e suo fratello Alex. Per i primi anni la vita
scorre tranquilla per la famiglia Winehouse, tra
la sinagoga del quartiere e la Ashmole School
dove i due bimbi frequentano le classi elemen=
tari. Il papà di Amy continua a collezionare di=
schi di jazz, e lei lo accompagna spesso fin sulle
bancarelle di Portobello Road, il grande mer=
cato all'aperto dell'usato dove si può trovare
qualsiasi cosa anche rara, da dischi introvabili
e incisioni originali dei grandi cantanti del soul,
fino a dischi di blues e del rhythm'n'blues americano
Passione per la musica -
In casa Winehouse la musica non manca mai e la
piccola Amy sviluppa già da otto anni un amore infi=
nito verso le alte vette delle sonorità della musica
afroamericana.
Le prime difficoltà in famiglia sono però in agguato:
Amy ha appena nove anni quando mamma Janis
scopre che il marito Mitch ha una relazione extra=
coniugale con una donna più giovane. E saranno
giorni di discussioni e di liti che cominceranno a se=
gnare in parte Amy, ma probabilmente per sempre.
Quando la ragazzina, ancora bambina, vedrà il pa=
pà tanto amato andarsene di casa rappresenterà
quasi certamente un dramma esistenziale dal qua=
le non riuscirà più a riprendersi.
L'assenza del padre -
" E' stato un duro colpo" - racconta adesso mam=
ma Janis - "Quello tra me e il mio ex marito era
almeno in teoria un matrimonio perfetto. O almeno
io ne ero convinta. Lui era spesso fuori casa perchè
prima lavorava come commesso viaggiatore, e poi
quando ha preso la licenza di taxista era sempre via.
Ma mai e poi mai avrei sospettato che avesse una
relazione extraconiugale. Fino a quando ho scoper=
to che nella sua vita c'era un'altra donna, Jane, che
dopo il nostro divorzio è diventata la sua seconda
moglie".
Mentre il figlio più grande Alex riesce in qualche
modo a farsene una ragione, Amy è quella che sof=
fre di più per questa situazione, anche perchè era
la cocca di papà Mitchell. Racconta ancora mamma
Janis: "Mitchell e Amy sono sempre stati vicinissimi
E' stato lui a insegnarle a cantare, a trasmetterle per
primo l'amore per la musica. Le cantava le canzoni
di Frank Sinatra e lei faceva il coro".
Una volta andato via di casa, papà Mitchell non ha
più avuto grandi rapporti con Alex e Amy. Prima
erano sempre insieme, poi lui è scomparso quasi per
magia. Solo negli ultimi tempi lui ha cercato di recu=
perare il rapporto con la figlia e ha cominciato a pas=
sare più tempo con lei. Ma allora l'abbandono da
parte del padre sembrò trasformare di colpo la vita
di Amy. "Prima era sempre gioiosa, cantava e balla=
va per la strada, in claqsse, in casa e in sinagoga -
conclude Janis - poi è cambiata. Comunque Amy è
sempre stata una bella bambina, perennemente oc=
cupata, molto curiosa. Era sempre molto allegra, ma
anche timida. Capace di essere di ottimo umore fino
a cinque minuti prima e poi di scoppiare in lacrime
senza ragione. Non è mai stata una figlia facile. An=
che se era dolcissima aveva un fondo di durezza che
sembrava fatto d'acciaio...".
La prima band di Amy -
Amy ha solo dieci anni quando decide di fondare la
sua prima band. Convince così le sue due amichette
del cuore, Kate e Molly, a lasciar perdere le Barbie
e a darsi al canto. La madre di Kate racconta che un
giorno si era avvicinata alla stanza delle bambine
preoccupata in quanto non le aveva più sentite gri=
dare come al solito, e aprendo la porta aveva visto
la piccola Winehouse dettare il tempo come una ve=
ra coreografa. Le bambine stavano prendendo ì ve=
stiti dai cassetti e anche la borsetta del suo trucco e
stavano usando i suoi rossetti e ombretti e si trucca=
vano la faccia. E poi stavano come provando i passi
di un balletto. Volevano formare un trio rap e diven=
tare come le Salt'n'Pepa, i loro idoli di allora.
Per Amy e le sue due amichette Cheryl James (Salt),
Sandra Denton (Pepa) e Latoya Hanson (DJ Spinde=
rella) sono dei grandi modelli, eroine da imitare.
Le tre vocalist stanno scalando le cime delle classi=
fiche di vendita inglesi e americane con i loro suc=
cessi a base di rap, con titoli come Push it e Twist
and Shot, e per le tre piccole aspiranti rapper di
Southgate diventano un modello di vita da cui
copiare tutto, dallo slang al mododi vestirsi e di porsi
nei confronti del mondo.
"Passavano interi pomeriggi chiuse nella stanza da
letto", racconta Rachel Shlomom, la sorella maggiore
di Molly, la terza amichetta di Amy. "Mi ricordo un
pomeriggio - dice ancora Rachel - quando Amy è
uscita dalla camera di Molly per tornare a casa.
Aveva una maglietta bianca su cui aveva scritto, in
stampatello, "Sweet'n'sour", ovvero agrodolce. Le
chiesi cosa volesse dire. E lei mi rispose che quello
era il nome che avevano scelto per la loro band. Mi
ricordo che mi guardà dall'akto in basso e mi disse
che da quel momento avrei dovuto chiamarla Sour.
Molly era Sweet e Kate era Dj Honey. Camminavano
a tre metri da terra. Delle vere rockstar di dieci
anni, Sembravano, in pioccolo, la versione ebrea
e bianca delle Salt'n'Pepa".
Le tre bambine di Southgate crescono in fretta, e se
per Molly e Kate quello della musica rappresenta
solo un gioco con cui passare il tempo, per la pic=
cola di casa Winehouse la musica è davvero uno
scopo di vita. E lo diventerà ogni giorno di più.
Per mamma Janis è il momento di capire che
la figlia ha davvero talento da vendere. Non è
ancora adolescente che Amy chiede di poter
ricevere lezioni di pianoforte e di chitarra. E così
ottiene di poter entrare nel coro femminile della
sinagoga. "Quando si parlava di musica", ricorda
Misses Winehouse, "era impossibile dirle di no.
Ogni volta che c'erano di mezzo le sette note,
Amy era nei dintorni. A scuola faceva fatica, ma
la maestra era assolutamente entusiasta di lei.
Nonostante la giovane età ascoltava già musica
di alto livello. A parte le sue amatissime Salt'n'Pepa,
adorava Sarah Vaughan, Joan Amatradinge Gladys
Knight". Insomma, le sue amichette vanno pazze per
i Take That, lei impazzisce per Aretha Franklin.
E ha le idee chiare anche sul suo futuro.
"Se qualcuno le chiedeva cosa voleva fare da
grande, lei rispondeva che avrebbe fatto dischi e
concerti - prosegue Janis Winehouse - "da grande
voleva fare la cantante di ryhthm'n'blues. Adorava
il jazz e il soul, insomma, almeno apparentemente
era una bambina vivace di dieci anni; in realtà aveva
i gusti musicali di un'adulta. E aveva le idee altret=
tanto chiare per quello che riguardava il proseguo
della sua vita".
La prima vera esibizione di Amy -
Dopo la separazione dei suoi genitori, la natura
indipendente di Amy diventa ancora più pronunciata.
Non c'è recita scolastica, gruppo amatoriale o corso
musicale che non la veda come protagonista: "Fu più
o meno in quel periodo che io scoprii di avere una
figlia speciale" - racconta ancora Janis - "Ricordo
che ero a Cipro per una vacanza con Alex, Amy e
mia madre. Nella località dove eravamo c'erano i
provini per una sorta di talent-show dal vivo.
Lei voleva davvero entrare, anche se era troppo
piccola e gli organizzatori non volevano sentire ragione.
Ma lei in qualche maniera li convine e io, mio figlio
e mia mamma ci trovammo seduti in prima fila.
Lei cantò una canzone soul: ricordo che stavo lì ad
ascoltarla e pensavo che Amy era davvero qualcosa
di speciale. Inutile dire che vinse facendo man bassa
di voti. Quando tornammo a casa mi chiese il
permesso di iscriversi a un'audizione per entrare alla
Sylvia Young Theatre School" - continua mamma
Janis - "e ovviamente la passò senza problemi,
ottenendo una borsa di studio. Era una scuola
prestigiosa e, d'altra parte, lei voleva fare solo
quello. Impossibile dirle di no. Io ero contenta, e
non è che per Amy ci fossero alternative migliori.
Lei voleva cantare, cantare, cantare. E basta"..
La chitarra
"Sarei stata felice per lei se avesse deciso di
restare nella scuola di Southgate dove studiava
anche suo fratello Alex, invece di caricarsi sulle
spalle il lungo spostamento necessario per fre=
quentare la Sylvia Young. Ma Amy fu irremovibile".
Questo ricorda ancora mamma Janis, e prosegue
dicendo di ricordare molto bene quel periodo così
importante nella crescita e formazione della sua
scatenata figliola.
"Peccato che lei e lo studio proprrio non andassero
d'accordo. Niente da fare, fino a quando si trattava
di cantare, bene, era bravissima. Se la cavava pure
nei corsi di recitazione, così come non si annoiava
certo a suonare uno strumento anche se doveva
esercitarsi per ore. Ma tutto il resto era out.
Le materie classiche come inglese, matematica,
letteratura non la interessavano minimamente e
quindi, per Amy, era come se non esistessero".
Inoltre la ragazza ha ormai deciso di dedicarsi
alla musica anima e corpo. Si offre come vocalist
a tutte le band dei dintorni che, dopo averla
ascoltata, sono ben liete di contendersi la sua
ugola d'oro.
I cambiamenti del suo corpo, arrivati con
l'adolescenza, portano la sua voce a maturare
definitivamente raggiungendo picchi e estensioni
incredibili.
Il nome di Amy comincia a a farsi conoscere nel giro
del cosiddetto 'underground'. E lei, invece di studiare,
passa ore e ore tutti i giorni nelle sale prove della
North London. Non c'è locale dove la neo-cantante
non si proponga: pub, jazz pub, house of blues.
Ha 13 anni quando Amy riceve il regalo più bello
della sua vita. E' il giorno del suo compleanno, fa un
caldo terribile e la ragazza è tornata a casa di cattivo
umore. Ma quello sarà uno dei più bei compleanni
della sua gioventù, come racconterà la stessa
rampolla di casa Winehouse una volta diventata famosa.
Ad aspettarla in camera sua, sul letto, c'è un piattino
di carta con una grossa fetta di torta e un grande
pacco regalo: Amy lo apre di getto. Dentro c'è la
sua prima chitarra. una Washburn nuova di zecca,
luccicante e profumata di cera, uscita da poche ore
dagli scaffali del Music Shop & Instruments di
Southgate Street.
Avevo messo i soldi da parte per farle il regalo
che l'avrebbe resa felice", rivela ancora mamma
Janis, "subito avevo pensato a un vestito alla
moda o a un bracciale. Ormai era una signorina
e pensavo che magari le avrebbe fatto piacere
avere qualcosa di meglio da mettersi addosso.
Magari per andare al Mc Donalds con qualche
compagno di scuola. Ero uscita con quell'idea.
Ma quando mi sono trovata di fronte alla vetrina
del negozio di musica sull'angolo e ho visto quella
chitarra ho capito subito che, se volevo farla
felice davvero, dovevo comprarle quella 6 corde.
Altro che vestiti. Amy sarebbe andata in giro nuda
se avesse potuto scegliere tra uno strumento
musicale e un vestito. - Quando tornai a casa
quella sera lei era chiusa in camera a suonare e
cantare. Non scese neppure per cena nonostante
avessi preparato i suoi piatti preferiti".
Le assenze in casa si sommano alle assenze a scuola
e ovviamente il rendimento ne risente. Passa qualche
anno e Amy ormai ha 15 anni. Le sue amichette, Molly
e Kate, sono scatenate con i ragazzi e non si lasciano
scappare occasione per flirtare con i compagni delle
classi più grandi o con i ragazzi del college. Ma Amy
sembra poco interessata, anche se di ammiratori e
pretendenti ne conta parecchi, soprattutto tra quei
giovani pseudo artisti della Sylvia Young. Le sue
storie comunque durano sempre lo spazio di pochi
minuti: lei ha in mente solo la musica e non sono in
molti i ragazzi disposti ad essere messi da parte per
un microfono e un palcoscenico. Chi la conosce la
reputa simpatica, un pò matta. E già in quei primi
passi nel mondo degli adulti, Amy dimostra di non
amare i limiti. Anzi, ci sono cose in cui non riesce
a fermarsi, sembra non avere coscienza di quello
che può essere buono o dannoso per lei.
E soprattutto dimostra di non amare le piccole
dosi. - "Amy era fatta così", racconta Molly
Shlomon, una delle tre Sweet'n'sour, "di solito non
beveva, ma se decideva che quella era la serata
giusta non si fermava fino a quando non crollava
a terra. E così per le sigarette, la cioccolata o i
gelati. Era bulimica di sensazioni. La sua fortuna,
a quei tempi, era che non aveva una sterlina.
Quei pochi pounds che guadagnava facendo delle
serate nei locali della zona come corista di questo
o quel gruppo, finivano in cosmetici o in lezioni di
musica o canto, oppure nelle corde nuove per la
sua chitarra. - Il fatto che non avesse neppure 15
anni non la aiutava certo. Erano molti i locali che
non la scitturavano quando sapevano la sua vera
età. E così le band: 'Sei brava, ripassa quando
diventi grande' era il refrain. E lei ci restava male
da morire".
Il piercing
Insomma, Amy pensava a tutto tranne che alla scuola
E fu così che in un giorno d'inverno del terzo anno
alla 'Sylvia Young', mamma Janis ricevette la
telefonata di mister Grandthree, il preside della scuola:
"Mi telefonò e mi chiese di andare a incontrarlo.
Quando entrai nel suo ufficio mi fece accomodare
e mi disse: 'Penso che dovrebbe portarla via'.
Mi spiegò che non aveva nessuna intenzione di
tenere nella sua scuola una ragazza che non ha
alcuna voglia di ottenere buoni voti e che Amy
era molto brillante, ma troppo portata a scherzare
e a prendere lo studio decisamente sotto gamba.
La goccia che aveva fatto traboccare il vaso era
stato un piercing, un anellino che Amy si era messo
nel naso. Cosa proibitissima dai regolamenti della
scuola". Per sua madre, forse, fu uno dei giorni
più tristi della vita, per Amy no.
Dopo la prestigiosa 'Sylvia Young', Janis Winehaouse
iscrisse la fliglia alla 'Monte's', un scuola femminile
indipendente di Mill Hill senza troppe pretese, dove
la ragazza prese facilmente il suo diploma. Finito il
tempo degli studi , l'irrequieta ragazza di Southgate
potè drdicarsi finalmente a tempo pieno alla musica,
facendone la sua unica ragione di vita.
Ricordando AMY
Una vita underground
Quelli che seguono sono anni decisivi per la vita
di Amy. La nuova scuola non la impegna più di
tanto. Dopo gli anni della Sylvia Young, la
ragazza può permettersi di vivere di rendita dal
punto di vista dello studio. Il disinteresse totale
per tutto quello che non è musica fa sì che la sua
vita sia votata completamente alle sette note.
Ora Amy possiede una chitarra, ha tempo libero
in quantità e comincia ad essere abbastanza
grande da riuscire a farsi prendere sul serio dai
giovani artisti del circuito underground locale.
La ragazzina terribile di casa Winehouse comincia
a comporre e scrive una decina di canzoni, anche
se si rende subito conto di essere molto più brava
come interprete che come cantautrice. Ma tutto
va bene purchè sia musica. Amy accetta le varie
proposte a sette note che le arrivano, entra a far
parte di questo o di quel gruppo, sperimenta tutti
i generi compreso il punk e il rock duro. Ma torna
sempre ai suoi grandi amori, il blues e il jazz.
Gli unici generi musicali che sono in grado di
accendere la sua èpassionalità e ai quali è in
grado di regalare interpretazioni da brividi..
La vita di Amy ha ben poco a che fare con
quella delle sue amiche di un tempo: "Noi
andavamo al cinema, a fare shopping, ci
perdevamo dietro ai ragazzi", ricorda Molly
Shlomon, "Lei no, Passava la vita nelle cantine
dove provavano le band, stava insieme ai musicisti
più grandi. Fu in quel periodo che cominciò a
fumare erba e a bere in maniera seria. Non aveva
ancora 16 anni e già si comportava come una
rockstar quarantenne. Non parlava altro che
di musica e non sembrava interessata ad altro.
Cambiava un ragazzo a settimana. Non che fosse
una tipa facile, ma credo che nel suo cuore non ci
fosse spazio per innamorarsi davvero. Ovviamente
i suoi boyfriends erano tutti musicisti. Tatuati,
strani, particolari con un unico punto in comune:
la musica. Per lei le passeggiate mano nella mano
al parco non avevano alcun senso. Molto meglio
una bella jam session a base di soul e blues".
I primi tatuaggi
A quel periodo risalgono i primi tatuaggi.
"Era innamorata di Betty Bop e delle pin up
in generale", continua Molly, che oggi fa la
tranquilla casalinga nella stessa strada di
Southgate dove viveva anni fa con le sue
amiche del cuore, "un giorno arrivò con una
camiucetta senza maniche. Mi venne un colpo,
si era tatuata un enorme ferro di cavallo sulla
spalla sinistra. Mi disse che le avrebbe portato
fortuna. E quello fu solo il primo di tanti tatuaggi.
Uno in particolare le creò dei grossi problemi con
sua mamma Janis: la figura a mezzo busto di una
pin up a seno nudo sul braccio. A lei piaceva da
morire, si divertiva a gonfiare il muscolo e farle
ballonzolare le tette, ma Janis la considerava
sconcia e improponibile. 'Se ti vedessero quelli della
sinagoga', ripeteva. E Amy, subito pronta: 'Mamma,
non vado più in sinagoga da anni'. So per certo che
sua madre odiò quel tatuaggio con tutta sè stessa.
Arrivò persino a pensare che Amy fosse lesbica.
Ma non lo era, era solo testarda. Aveva deciso
che quella pin up nuda le stava bene e non c'era
più stato verso di farla recedere da quelle sue
convinzioni.".
Ma dopo qualche anno, quando Amy era già
famosa in tutto il mondo, qualcuno riuscì a
convincerla della necessità di eliminare quella
figura nuda dal suo braccio:"Fu la casa discografica
che le diede un outout", rivela l'amica, "in America
avevano cancellato la sua apparizione come ospite
ai Grammy Awards che aveva stravinto proprio a
causa di quel tatuaggio. E lei accettò di fare coprire
il seno nudo con un bikini nero.".
IL LOOK di Amy
E' in quel periodo che nasce il famoso look anni '30
che la rese famosa. Allora Amy era più innamorata
che mai dei gruppi "all girls" degli anni '60 e, a livello
di look, adorava soprattutto le Ronettes, il più grande
trio di 'doo wop' di tutti i tempi. La band, formata da
Veronica Bennett (poi divenuta Ronnie Spector), da
sua sorella Estelle Bennett e dalla loro cugina Nedra
Talley, si presentava in pubblico con i capelli accon=
ciati con il classico alveare, la "cofana" per dirla in
italiano. Amy cominciò a pettinarsi così. Il trucco
venne preso dalla Cleopatra di Liz Taylor, uno dei
suoi film preferiti, e anche i nei finti arrivarono dallo
stile pin up che le era tanto caro.
Insomma il Winehouse style, quello che la rese
famosa in tutto il mondo, creando con la sua voce
straordinaria un cocktail irresistibile, nacque proprio
allora e, con poche e insignificanti modifiche, non
l'abbandonò mai. E insieme al nuovo look la scatena=
ta Amy, prossima ormai ai 16 anni, si regala anche
un nuovo boyfriend. Lui si chiama Tyler James ed è
un giovane cantante soul che va fortissimo nell'am=
biente. Amy lo incontra per caso durante una serata
di musica live al 'Dragon Fly Blues Pub' e resta
ammaliata da quella voce roca e incredibile. I due si
incontrano e scatta la scintilla. E anche lui resta a
bocca aperta quando la sente cantare. E' un incontro
di anime e di voci. Amy e Tyler diventano insepara=
bili, tanto che lui le propone di entrare a far parte
della sua nuova creatura, la Banda Bolsha, un gruppo
di jazz sperimentale che cerca di mixare il soul delle
origini con il nuovo acid metropolitano. "Facevano
scintille", racconta ancora l'amica Molly, "sul palco
e fuori. Per la prima volta Amy era veramente cotta.
Credo che con lui abbia scoperto anche i piaceri del
sesso. Non che fosse una timida, penso che avesse
avuto già rapporti con i suoi precedenti partner, ma
con Tyler era diverso. Erano davvero la coppia per-
fetta.
_________________________________________________________________
Da giornalista rock'n'roll
a cantante professionista
E' un periodo finalmente felice per Amy, che sembra
aver lasciato da parte la tristezza per la separazione
dei suoi e la perenne insoddisfazione, per gettarsi a
capofitto nella sua grande passione, la musica.
A farle fare il passo decisivo è proprio Taylor. E' lui
che invia in giro ai più grandi talent scout di Londra
il primo demo registrato dalla Banda Bolsha.
Il gruppo, però, non incontra il favore dei manager
musicali: troppo estrema la sua visione della musica,
troppo per palati fini in un mondo in cui il successo
si calcola sulle centinaia di migliaia di copie vendute
e non sulla bravura e sull'originalità. Sono bravi, ma
difficilmente vendibili e questo per il music business
è un peccato davvero mortale. Ma una cosa colpisce
come un pugno: la voce incredibile di Amy che rende
ogni pezzo un capolavoro. Per questo Simon Fuller,
uno degli agenti della A&R, una delle maggiori case
discografiche indipendenti del circuito londinese, ap-
pena sente il nastro agisce d'istinto: decide di mettere
sotto contratto quel fenomeno che risponde al nome
di Amy Winehouse. Fuller ha una società di manage-
ment ed è ben deciso a investire su un talento puro
come la ragazza di Southgate e decide di legarla a sè
nonostante abbia solo 16 anni.- E' persino disposto a
lasciarla crescere con calma, senza metterle fretta:
permettendole di sviluppare appieno le caratteristi-
che di quella voce straordinaria. - Il suo, insomma,
è un progetto a lungo termine su cui si decide di
mantenere assoluto riserbo per poterlo poi affidare
a una multinazionale per il lancio in tutto il mondo.
A firmare viene chiamata mamma Janis. - Infatti
Amy è minorenne e non può siglare alcun contratto
senza il permesso dei genitori. "Abbiamo avuto un
incontro con la società di management del signor
Fuller, la Lewinson Brothers", racconta la signora
Winehouse, "perchè Amy era ancora così giovane,
e avevano bisogno del nostro consenso per gestire
il suo futuro a sette note. Io personalmente avrei
voluto che restasse a scuola, ma lei ha detto 'No,
questo è quello che voglio'. E a me non è restato
che accettare facendo buon viso a cattiva sorte.
Siamo andati dal signor Fuller e lui mi ha fatto
una buona impressione. Così ho firmato quel
contratto. - E Amy è diventata una cantante
professionista. A ripensarci ora, penso che lei
fosse davvero troppo giovane e che tutto sia
successo troppo presto. Lei non aveva la maturità
per essere in grado di far fronte a tutto quello
che le sarebbe accaduto nel giro di un paio d'anni".
Amy comincia così il suo cammino verso il succes-
so. Per contratto non può pià esibirsi in pubblico,
ma passa ore e ore in sala d'incisione e in sala pro-
ve a migliorare i suoi fondamentali. Canta per la
maggior parte della giornata, poi torna a casa.
Non è un periodo facile. Amy non capisce perchè
il suo management non la spinga al successo. non
capisce tutta quella cautela, quel dover attendere,
quel centellinare il suo talento. E come ha sempre
fatto, come reazione, esagera. Con l'alcol, con il
fumo. Ma anche con la cocaina e il crack che en-
trano piano piano a far parte della sua vita. E la
devastano. Nel frattempo la sua storia con Taylor
è finita, così come quella con le sue amiche di un
tempo che ormai non vede più. Per fortuna Simon
Fuller e i ragazzi della Lewinson Brothers non so-
no tipi che investono soldi a vanvera: appena si
accorge che la sua protetta sta prendendo una
brutta piega la affronta, la mette sotto controllo
e la costringe a moderare i suoi eccessi.
Ma lei ha un fondo di autodistruttività che lo spaventa.
In breve, le sue braccia si riempiono di tatuaggi come
se dovesse nascondersi dietro un muro di inchiostro
sotto pelle. Alterna attacchi di bulimia con periodi di
anoressia. Ingrassa e dimegrisce. E beve sempre mol-
to rischiando di mettere in pericolo il suo fragile equi-
librio nervoso.
Per aiutarla a distrarsi, mister Fuller le trova un
lavoro: non potendo mandarla ad esibirsi nei locali
per non mettere in vetrina quel talento puro che sta
coltivando con attenzione, la spinge a fare la giorna-
lista. E le trova un posto come cronista musicale per
la rete Show World News. Per un pò il suo look incre-
dibile e la sua faccia tosta funzionano sul circuito del-
le piccole televisioni locali. Ma presto anche questo
lavoro finisce: Amy non è in grado di portare avanti
un impegno a tempo pieno. Spesso si presenta ubria-
ca , o con i postumi di una serata a base di alcol e
droghe. Non è mai puntuale, non è affidabile, non si
presenta in tempo al lavoro e fa tardi quando deve
consegnare un servizio. E' la solita storia. A mamma
Janis tornano in mente le parole che le aveva detto
il preside Grandthree al momento dell'espulsione
dalla 'Sylvia Young': "Amy è brava, intelligente, ha
caratteristiche uniche. Ma non ha la capacità di con-
centrarsi su nulla. E non ne ha voglia."
Insomma non ha la forza di volontà necessaria ad
applicarsi su qualcosa d'altro che non sia la musica.
A salvarla arrivano il suo 18esimo compleanno e la
maggiore età E soprattutto la valutazione di Fuller
che ha deciso che ormai è tempo per far fare alla
sua protetta un salto di qualità. - Musicalmente è
pronta, ha una voce incredibile, il look giusto e una
presenza scenica da brividi. Il manager non ha dub-
bi: il futuro della musica soul ha un nome anche se
non lo sa nessuno. E quel nome è Amy Winehouse.
L' infanzia -
Amy è nata a Enfield, nel cuore del Middlesex, in
terra inglese, per la precisione nella periferia nord
di Londra, in una zona che, allargandosi, ha finito
per inglobare le varie cittadine della cintura resi=
denziale della capitale inglese.
Quella di Amy è una famiglia tranquilla di ebrei
inglesi che abita in una delle vecchie palazzine
a due piani di Enfield, in una zona buona della
periferia dove risiedono commercianti e piccoli
imprenditori.
Amy Jade Winehouse nasce in questo quartiere il
14 settembre 1983. E' figlia secondogenita di
misses Janis, una giovane farmacista all'epoca
sposata con Mitchell Winehouse, un sanguigno
venditore porta a porta di infissi antigelo, e un
grande appassionato di jazz e aspirante taxista.
Ma è proprio il desiderio di cambiare vita e di
sedersi dietro il volante di un "cab" (tipico taxi
londinese) che porterà Mitchell a trasferirsi
con la famiglia a Southgate, uno dei quartieri
pulsanti della swinging London.
Amy all'età di 2 anni
Il padre di Amy è spesso fuori casa per i suoi
turni di lavoro e mamma Janis accudisce Amy
e suo fratello Alex. Per i primi anni la vita
scorre tranquilla per la famiglia Winehouse, tra
la sinagoga del quartiere e la Ashmole School
dove i due bimbi frequentano le classi elemen=
tari. Il papà di Amy continua a collezionare di=
schi di jazz, e lei lo accompagna spesso fin sulle
bancarelle di Portobello Road, il grande mer=
cato all'aperto dell'usato dove si può trovare
qualsiasi cosa anche rara, da dischi introvabili
e incisioni originali dei grandi cantanti del soul,
fino a dischi di blues e del rhythm'n'blues americano
Passione per la musica -
In casa Winehouse la musica non manca mai e la
piccola Amy sviluppa già da otto anni un amore infi=
nito verso le alte vette delle sonorità della musica
afroamericana.
Le prime difficoltà in famiglia sono però in agguato:
Amy ha appena nove anni quando mamma Janis
scopre che il marito Mitch ha una relazione extra=
coniugale con una donna più giovane. E saranno
giorni di discussioni e di liti che cominceranno a se=
gnare in parte Amy, ma probabilmente per sempre.
Quando la ragazzina, ancora bambina, vedrà il pa=
pà tanto amato andarsene di casa rappresenterà
quasi certamente un dramma esistenziale dal qua=
le non riuscirà più a riprendersi.
L'assenza del padre -
" E' stato un duro colpo" - racconta adesso mam=
ma Janis - "Quello tra me e il mio ex marito era
almeno in teoria un matrimonio perfetto. O almeno
io ne ero convinta. Lui era spesso fuori casa perchè
prima lavorava come commesso viaggiatore, e poi
quando ha preso la licenza di taxista era sempre via.
Ma mai e poi mai avrei sospettato che avesse una
relazione extraconiugale. Fino a quando ho scoper=
to che nella sua vita c'era un'altra donna, Jane, che
dopo il nostro divorzio è diventata la sua seconda
moglie".
Mentre il figlio più grande Alex riesce in qualche
modo a farsene una ragione, Amy è quella che sof=
fre di più per questa situazione, anche perchè era
la cocca di papà Mitchell. Racconta ancora mamma
Janis: "Mitchell e Amy sono sempre stati vicinissimi
E' stato lui a insegnarle a cantare, a trasmetterle per
primo l'amore per la musica. Le cantava le canzoni
di Frank Sinatra e lei faceva il coro".
Una volta andato via di casa, papà Mitchell non ha
più avuto grandi rapporti con Alex e Amy. Prima
erano sempre insieme, poi lui è scomparso quasi per
magia. Solo negli ultimi tempi lui ha cercato di recu=
perare il rapporto con la figlia e ha cominciato a pas=
sare più tempo con lei. Ma allora l'abbandono da
parte del padre sembrò trasformare di colpo la vita
di Amy. "Prima era sempre gioiosa, cantava e balla=
va per la strada, in claqsse, in casa e in sinagoga -
conclude Janis - poi è cambiata. Comunque Amy è
sempre stata una bella bambina, perennemente oc=
cupata, molto curiosa. Era sempre molto allegra, ma
anche timida. Capace di essere di ottimo umore fino
a cinque minuti prima e poi di scoppiare in lacrime
senza ragione. Non è mai stata una figlia facile. An=
che se era dolcissima aveva un fondo di durezza che
sembrava fatto d'acciaio...".
La prima band di Amy -
Amy ha solo dieci anni quando decide di fondare la
sua prima band. Convince così le sue due amichette
del cuore, Kate e Molly, a lasciar perdere le Barbie
e a darsi al canto. La madre di Kate racconta che un
giorno si era avvicinata alla stanza delle bambine
preoccupata in quanto non le aveva più sentite gri=
dare come al solito, e aprendo la porta aveva visto
la piccola Winehouse dettare il tempo come una ve=
ra coreografa. Le bambine stavano prendendo ì ve=
stiti dai cassetti e anche la borsetta del suo trucco e
stavano usando i suoi rossetti e ombretti e si trucca=
vano la faccia. E poi stavano come provando i passi
di un balletto. Volevano formare un trio rap e diven=
tare come le Salt'n'Pepa, i loro idoli di allora.
Per Amy e le sue due amichette Cheryl James (Salt),
Sandra Denton (Pepa) e Latoya Hanson (DJ Spinde=
rella) sono dei grandi modelli, eroine da imitare.
Le tre vocalist stanno scalando le cime delle classi=
fiche di vendita inglesi e americane con i loro suc=
cessi a base di rap, con titoli come Push it e Twist
and Shot, e per le tre piccole aspiranti rapper di
Southgate diventano un modello di vita da cui
copiare tutto, dallo slang al mododi vestirsi e di porsi
nei confronti del mondo.
"Passavano interi pomeriggi chiuse nella stanza da
letto", racconta Rachel Shlomom, la sorella maggiore
di Molly, la terza amichetta di Amy. "Mi ricordo un
pomeriggio - dice ancora Rachel - quando Amy è
uscita dalla camera di Molly per tornare a casa.
Aveva una maglietta bianca su cui aveva scritto, in
stampatello, "Sweet'n'sour", ovvero agrodolce. Le
chiesi cosa volesse dire. E lei mi rispose che quello
era il nome che avevano scelto per la loro band. Mi
ricordo che mi guardà dall'akto in basso e mi disse
che da quel momento avrei dovuto chiamarla Sour.
Molly era Sweet e Kate era Dj Honey. Camminavano
a tre metri da terra. Delle vere rockstar di dieci
anni, Sembravano, in pioccolo, la versione ebrea
e bianca delle Salt'n'Pepa".
Le tre bambine di Southgate crescono in fretta, e se
per Molly e Kate quello della musica rappresenta
solo un gioco con cui passare il tempo, per la pic=
cola di casa Winehouse la musica è davvero uno
scopo di vita. E lo diventerà ogni giorno di più.
Per mamma Janis è il momento di capire che
la figlia ha davvero talento da vendere. Non è
ancora adolescente che Amy chiede di poter
ricevere lezioni di pianoforte e di chitarra. E così
ottiene di poter entrare nel coro femminile della
sinagoga. "Quando si parlava di musica", ricorda
Misses Winehouse, "era impossibile dirle di no.
Ogni volta che c'erano di mezzo le sette note,
Amy era nei dintorni. A scuola faceva fatica, ma
la maestra era assolutamente entusiasta di lei.
Nonostante la giovane età ascoltava già musica
di alto livello. A parte le sue amatissime Salt'n'Pepa,
adorava Sarah Vaughan, Joan Amatradinge Gladys
Knight". Insomma, le sue amichette vanno pazze per
i Take That, lei impazzisce per Aretha Franklin.
E ha le idee chiare anche sul suo futuro.
"Se qualcuno le chiedeva cosa voleva fare da
grande, lei rispondeva che avrebbe fatto dischi e
concerti - prosegue Janis Winehouse - "da grande
voleva fare la cantante di ryhthm'n'blues. Adorava
il jazz e il soul, insomma, almeno apparentemente
era una bambina vivace di dieci anni; in realtà aveva
i gusti musicali di un'adulta. E aveva le idee altret=
tanto chiare per quello che riguardava il proseguo
della sua vita".
La prima vera esibizione di Amy -
Dopo la separazione dei suoi genitori, la natura
indipendente di Amy diventa ancora più pronunciata.
Non c'è recita scolastica, gruppo amatoriale o corso
musicale che non la veda come protagonista: "Fu più
o meno in quel periodo che io scoprii di avere una
figlia speciale" - racconta ancora Janis - "Ricordo
che ero a Cipro per una vacanza con Alex, Amy e
mia madre. Nella località dove eravamo c'erano i
provini per una sorta di talent-show dal vivo.
Lei voleva davvero entrare, anche se era troppo
piccola e gli organizzatori non volevano sentire ragione.
Ma lei in qualche maniera li convine e io, mio figlio
e mia mamma ci trovammo seduti in prima fila.
Lei cantò una canzone soul: ricordo che stavo lì ad
ascoltarla e pensavo che Amy era davvero qualcosa
di speciale. Inutile dire che vinse facendo man bassa
di voti. Quando tornammo a casa mi chiese il
permesso di iscriversi a un'audizione per entrare alla
Sylvia Young Theatre School" - continua mamma
Janis - "e ovviamente la passò senza problemi,
ottenendo una borsa di studio. Era una scuola
prestigiosa e, d'altra parte, lei voleva fare solo
quello. Impossibile dirle di no. Io ero contenta, e
non è che per Amy ci fossero alternative migliori.
Lei voleva cantare, cantare, cantare. E basta"..
La chitarra
"Sarei stata felice per lei se avesse deciso di
restare nella scuola di Southgate dove studiava
anche suo fratello Alex, invece di caricarsi sulle
spalle il lungo spostamento necessario per fre=
quentare la Sylvia Young. Ma Amy fu irremovibile".
Questo ricorda ancora mamma Janis, e prosegue
dicendo di ricordare molto bene quel periodo così
importante nella crescita e formazione della sua
scatenata figliola.
"Peccato che lei e lo studio proprrio non andassero
d'accordo. Niente da fare, fino a quando si trattava
di cantare, bene, era bravissima. Se la cavava pure
nei corsi di recitazione, così come non si annoiava
certo a suonare uno strumento anche se doveva
esercitarsi per ore. Ma tutto il resto era out.
Le materie classiche come inglese, matematica,
letteratura non la interessavano minimamente e
quindi, per Amy, era come se non esistessero".
Inoltre la ragazza ha ormai deciso di dedicarsi
alla musica anima e corpo. Si offre come vocalist
a tutte le band dei dintorni che, dopo averla
ascoltata, sono ben liete di contendersi la sua
ugola d'oro.
I cambiamenti del suo corpo, arrivati con
l'adolescenza, portano la sua voce a maturare
definitivamente raggiungendo picchi e estensioni
incredibili.
Il nome di Amy comincia a a farsi conoscere nel giro
del cosiddetto 'underground'. E lei, invece di studiare,
passa ore e ore tutti i giorni nelle sale prove della
North London. Non c'è locale dove la neo-cantante
non si proponga: pub, jazz pub, house of blues.
Ha 13 anni quando Amy riceve il regalo più bello
della sua vita. E' il giorno del suo compleanno, fa un
caldo terribile e la ragazza è tornata a casa di cattivo
umore. Ma quello sarà uno dei più bei compleanni
della sua gioventù, come racconterà la stessa
rampolla di casa Winehouse una volta diventata famosa.
Ad aspettarla in camera sua, sul letto, c'è un piattino
di carta con una grossa fetta di torta e un grande
pacco regalo: Amy lo apre di getto. Dentro c'è la
sua prima chitarra. una Washburn nuova di zecca,
luccicante e profumata di cera, uscita da poche ore
dagli scaffali del Music Shop & Instruments di
Southgate Street.
Avevo messo i soldi da parte per farle il regalo
che l'avrebbe resa felice", rivela ancora mamma
Janis, "subito avevo pensato a un vestito alla
moda o a un bracciale. Ormai era una signorina
e pensavo che magari le avrebbe fatto piacere
avere qualcosa di meglio da mettersi addosso.
Magari per andare al Mc Donalds con qualche
compagno di scuola. Ero uscita con quell'idea.
Ma quando mi sono trovata di fronte alla vetrina
del negozio di musica sull'angolo e ho visto quella
chitarra ho capito subito che, se volevo farla
felice davvero, dovevo comprarle quella 6 corde.
Altro che vestiti. Amy sarebbe andata in giro nuda
se avesse potuto scegliere tra uno strumento
musicale e un vestito. - Quando tornai a casa
quella sera lei era chiusa in camera a suonare e
cantare. Non scese neppure per cena nonostante
avessi preparato i suoi piatti preferiti".
Le assenze in casa si sommano alle assenze a scuola
e ovviamente il rendimento ne risente. Passa qualche
anno e Amy ormai ha 15 anni. Le sue amichette, Molly
e Kate, sono scatenate con i ragazzi e non si lasciano
scappare occasione per flirtare con i compagni delle
classi più grandi o con i ragazzi del college. Ma Amy
sembra poco interessata, anche se di ammiratori e
pretendenti ne conta parecchi, soprattutto tra quei
giovani pseudo artisti della Sylvia Young. Le sue
storie comunque durano sempre lo spazio di pochi
minuti: lei ha in mente solo la musica e non sono in
molti i ragazzi disposti ad essere messi da parte per
un microfono e un palcoscenico. Chi la conosce la
reputa simpatica, un pò matta. E già in quei primi
passi nel mondo degli adulti, Amy dimostra di non
amare i limiti. Anzi, ci sono cose in cui non riesce
a fermarsi, sembra non avere coscienza di quello
che può essere buono o dannoso per lei.
E soprattutto dimostra di non amare le piccole
dosi. - "Amy era fatta così", racconta Molly
Shlomon, una delle tre Sweet'n'sour, "di solito non
beveva, ma se decideva che quella era la serata
giusta non si fermava fino a quando non crollava
a terra. E così per le sigarette, la cioccolata o i
gelati. Era bulimica di sensazioni. La sua fortuna,
a quei tempi, era che non aveva una sterlina.
Quei pochi pounds che guadagnava facendo delle
serate nei locali della zona come corista di questo
o quel gruppo, finivano in cosmetici o in lezioni di
musica o canto, oppure nelle corde nuove per la
sua chitarra. - Il fatto che non avesse neppure 15
anni non la aiutava certo. Erano molti i locali che
non la scitturavano quando sapevano la sua vera
età. E così le band: 'Sei brava, ripassa quando
diventi grande' era il refrain. E lei ci restava male
da morire".
Il piercing
Insomma, Amy pensava a tutto tranne che alla scuola
E fu così che in un giorno d'inverno del terzo anno
alla 'Sylvia Young', mamma Janis ricevette la
telefonata di mister Grandthree, il preside della scuola:
"Mi telefonò e mi chiese di andare a incontrarlo.
Quando entrai nel suo ufficio mi fece accomodare
e mi disse: 'Penso che dovrebbe portarla via'.
Mi spiegò che non aveva nessuna intenzione di
tenere nella sua scuola una ragazza che non ha
alcuna voglia di ottenere buoni voti e che Amy
era molto brillante, ma troppo portata a scherzare
e a prendere lo studio decisamente sotto gamba.
La goccia che aveva fatto traboccare il vaso era
stato un piercing, un anellino che Amy si era messo
nel naso. Cosa proibitissima dai regolamenti della
scuola". Per sua madre, forse, fu uno dei giorni
più tristi della vita, per Amy no.
Dopo la prestigiosa 'Sylvia Young', Janis Winehaouse
iscrisse la fliglia alla 'Monte's', un scuola femminile
indipendente di Mill Hill senza troppe pretese, dove
la ragazza prese facilmente il suo diploma. Finito il
tempo degli studi , l'irrequieta ragazza di Southgate
potè drdicarsi finalmente a tempo pieno alla musica,
facendone la sua unica ragione di vita.
Ricordando AMY
Quelli che seguono sono anni decisivi per la vita
di Amy. La nuova scuola non la impegna più di
tanto. Dopo gli anni della Sylvia Young, la
ragazza può permettersi di vivere di rendita dal
punto di vista dello studio. Il disinteresse totale
per tutto quello che non è musica fa sì che la sua
vita sia votata completamente alle sette note.
Ora Amy possiede una chitarra, ha tempo libero
in quantità e comincia ad essere abbastanza
grande da riuscire a farsi prendere sul serio dai
giovani artisti del circuito underground locale.
La ragazzina terribile di casa Winehouse comincia
a comporre e scrive una decina di canzoni, anche
se si rende subito conto di essere molto più brava
come interprete che come cantautrice. Ma tutto
va bene purchè sia musica. Amy accetta le varie
proposte a sette note che le arrivano, entra a far
parte di questo o di quel gruppo, sperimenta tutti
i generi compreso il punk e il rock duro. Ma torna
sempre ai suoi grandi amori, il blues e il jazz.
Gli unici generi musicali che sono in grado di
accendere la sua èpassionalità e ai quali è in
grado di regalare interpretazioni da brividi..
La vita di Amy ha ben poco a che fare con
quella delle sue amiche di un tempo: "Noi
andavamo al cinema, a fare shopping, ci
perdevamo dietro ai ragazzi", ricorda Molly
Shlomon, "Lei no, Passava la vita nelle cantine
dove provavano le band, stava insieme ai musicisti
più grandi. Fu in quel periodo che cominciò a
fumare erba e a bere in maniera seria. Non aveva
ancora 16 anni e già si comportava come una
rockstar quarantenne. Non parlava altro che
di musica e non sembrava interessata ad altro.
Cambiava un ragazzo a settimana. Non che fosse
una tipa facile, ma credo che nel suo cuore non ci
fosse spazio per innamorarsi davvero. Ovviamente
i suoi boyfriends erano tutti musicisti. Tatuati,
strani, particolari con un unico punto in comune:
la musica. Per lei le passeggiate mano nella mano
al parco non avevano alcun senso. Molto meglio
una bella jam session a base di soul e blues".
I primi tatuaggi
A quel periodo risalgono i primi tatuaggi.
"Era innamorata di Betty Bop e delle pin up
in generale", continua Molly, che oggi fa la
tranquilla casalinga nella stessa strada di
Southgate dove viveva anni fa con le sue
amiche del cuore, "un giorno arrivò con una
camiucetta senza maniche. Mi venne un colpo,
si era tatuata un enorme ferro di cavallo sulla
spalla sinistra. Mi disse che le avrebbe portato
fortuna. E quello fu solo il primo di tanti tatuaggi.
Uno in particolare le creò dei grossi problemi con
sua mamma Janis: la figura a mezzo busto di una
pin up a seno nudo sul braccio. A lei piaceva da
morire, si divertiva a gonfiare il muscolo e farle
ballonzolare le tette, ma Janis la considerava
sconcia e improponibile. 'Se ti vedessero quelli della
sinagoga', ripeteva. E Amy, subito pronta: 'Mamma,
non vado più in sinagoga da anni'. So per certo che
sua madre odiò quel tatuaggio con tutta sè stessa.
Arrivò persino a pensare che Amy fosse lesbica.
Ma non lo era, era solo testarda. Aveva deciso
che quella pin up nuda le stava bene e non c'era
più stato verso di farla recedere da quelle sue
convinzioni.".
Ma dopo qualche anno, quando Amy era già
famosa in tutto il mondo, qualcuno riuscì a
convincerla della necessità di eliminare quella
figura nuda dal suo braccio:"Fu la casa discografica
che le diede un outout", rivela l'amica, "in America
avevano cancellato la sua apparizione come ospite
ai Grammy Awards che aveva stravinto proprio a
causa di quel tatuaggio. E lei accettò di fare coprire
il seno nudo con un bikini nero.".
IL LOOK di Amy
E' in quel periodo che nasce il famoso look anni '30
che la rese famosa. Allora Amy era più innamorata
che mai dei gruppi "all girls" degli anni '60 e, a livello
di look, adorava soprattutto le Ronettes, il più grande
trio di 'doo wop' di tutti i tempi. La band, formata da
Veronica Bennett (poi divenuta Ronnie Spector), da
sua sorella Estelle Bennett e dalla loro cugina Nedra
Talley, si presentava in pubblico con i capelli accon=
ciati con il classico alveare, la "cofana" per dirla in
italiano. Amy cominciò a pettinarsi così. Il trucco
venne preso dalla Cleopatra di Liz Taylor, uno dei
suoi film preferiti, e anche i nei finti arrivarono dallo
stile pin up che le era tanto caro.
Insomma il Winehouse style, quello che la rese
famosa in tutto il mondo, creando con la sua voce
straordinaria un cocktail irresistibile, nacque proprio
allora e, con poche e insignificanti modifiche, non
l'abbandonò mai. E insieme al nuovo look la scatena=
ta Amy, prossima ormai ai 16 anni, si regala anche
un nuovo boyfriend. Lui si chiama Tyler James ed è
un giovane cantante soul che va fortissimo nell'am=
biente. Amy lo incontra per caso durante una serata
di musica live al 'Dragon Fly Blues Pub' e resta
ammaliata da quella voce roca e incredibile. I due si
incontrano e scatta la scintilla. E anche lui resta a
bocca aperta quando la sente cantare. E' un incontro
di anime e di voci. Amy e Tyler diventano insepara=
bili, tanto che lui le propone di entrare a far parte
della sua nuova creatura, la Banda Bolsha, un gruppo
di jazz sperimentale che cerca di mixare il soul delle
origini con il nuovo acid metropolitano. "Facevano
scintille", racconta ancora l'amica Molly, "sul palco
e fuori. Per la prima volta Amy era veramente cotta.
Credo che con lui abbia scoperto anche i piaceri del
sesso. Non che fosse una timida, penso che avesse
avuto già rapporti con i suoi precedenti partner, ma
con Tyler era diverso. Erano davvero la coppia per-
fetta.
_________________________________________________________________
Da giornalista rock'n'roll
a cantante professionista
E' un periodo finalmente felice per Amy, che sembra
aver lasciato da parte la tristezza per la separazione
dei suoi e la perenne insoddisfazione, per gettarsi a
capofitto nella sua grande passione, la musica.
A farle fare il passo decisivo è proprio Taylor. E' lui
che invia in giro ai più grandi talent scout di Londra
il primo demo registrato dalla Banda Bolsha.
Il gruppo, però, non incontra il favore dei manager
musicali: troppo estrema la sua visione della musica,
troppo per palati fini in un mondo in cui il successo
si calcola sulle centinaia di migliaia di copie vendute
e non sulla bravura e sull'originalità. Sono bravi, ma
difficilmente vendibili e questo per il music business
è un peccato davvero mortale. Ma una cosa colpisce
come un pugno: la voce incredibile di Amy che rende
ogni pezzo un capolavoro. Per questo Simon Fuller,
uno degli agenti della A&R, una delle maggiori case
discografiche indipendenti del circuito londinese, ap-
pena sente il nastro agisce d'istinto: decide di mettere
sotto contratto quel fenomeno che risponde al nome
di Amy Winehouse. Fuller ha una società di manage-
ment ed è ben deciso a investire su un talento puro
come la ragazza di Southgate e decide di legarla a sè
nonostante abbia solo 16 anni.- E' persino disposto a
lasciarla crescere con calma, senza metterle fretta:
permettendole di sviluppare appieno le caratteristi-
che di quella voce straordinaria. - Il suo, insomma,
è un progetto a lungo termine su cui si decide di
mantenere assoluto riserbo per poterlo poi affidare
a una multinazionale per il lancio in tutto il mondo.
A firmare viene chiamata mamma Janis. - Infatti
Amy è minorenne e non può siglare alcun contratto
senza il permesso dei genitori. "Abbiamo avuto un
incontro con la società di management del signor
Fuller, la Lewinson Brothers", racconta la signora
Winehouse, "perchè Amy era ancora così giovane,
e avevano bisogno del nostro consenso per gestire
il suo futuro a sette note. Io personalmente avrei
voluto che restasse a scuola, ma lei ha detto 'No,
questo è quello che voglio'. E a me non è restato
che accettare facendo buon viso a cattiva sorte.
Siamo andati dal signor Fuller e lui mi ha fatto
una buona impressione. Così ho firmato quel
contratto. - E Amy è diventata una cantante
professionista. A ripensarci ora, penso che lei
fosse davvero troppo giovane e che tutto sia
successo troppo presto. Lei non aveva la maturità
per essere in grado di far fronte a tutto quello
che le sarebbe accaduto nel giro di un paio d'anni".
Amy comincia così il suo cammino verso il succes-
so. Per contratto non può pià esibirsi in pubblico,
ma passa ore e ore in sala d'incisione e in sala pro-
ve a migliorare i suoi fondamentali. Canta per la
maggior parte della giornata, poi torna a casa.
Non è un periodo facile. Amy non capisce perchè
il suo management non la spinga al successo. non
capisce tutta quella cautela, quel dover attendere,
quel centellinare il suo talento. E come ha sempre
fatto, come reazione, esagera. Con l'alcol, con il
fumo. Ma anche con la cocaina e il crack che en-
trano piano piano a far parte della sua vita. E la
devastano. Nel frattempo la sua storia con Taylor
è finita, così come quella con le sue amiche di un
tempo che ormai non vede più. Per fortuna Simon
Fuller e i ragazzi della Lewinson Brothers non so-
no tipi che investono soldi a vanvera: appena si
accorge che la sua protetta sta prendendo una
brutta piega la affronta, la mette sotto controllo
e la costringe a moderare i suoi eccessi.
Ma lei ha un fondo di autodistruttività che lo spaventa.
In breve, le sue braccia si riempiono di tatuaggi come
se dovesse nascondersi dietro un muro di inchiostro
sotto pelle. Alterna attacchi di bulimia con periodi di
anoressia. Ingrassa e dimegrisce. E beve sempre mol-
to rischiando di mettere in pericolo il suo fragile equi-
librio nervoso.
lavoro: non potendo mandarla ad esibirsi nei locali
per non mettere in vetrina quel talento puro che sta
coltivando con attenzione, la spinge a fare la giorna-
lista. E le trova un posto come cronista musicale per
la rete Show World News. Per un pò il suo look incre-
dibile e la sua faccia tosta funzionano sul circuito del-
le piccole televisioni locali. Ma presto anche questo
lavoro finisce: Amy non è in grado di portare avanti
un impegno a tempo pieno. Spesso si presenta ubria-
ca , o con i postumi di una serata a base di alcol e
droghe. Non è mai puntuale, non è affidabile, non si
presenta in tempo al lavoro e fa tardi quando deve
consegnare un servizio. E' la solita storia. A mamma
Janis tornano in mente le parole che le aveva detto
il preside Grandthree al momento dell'espulsione
dalla 'Sylvia Young': "Amy è brava, intelligente, ha
caratteristiche uniche. Ma non ha la capacità di con-
centrarsi su nulla. E non ne ha voglia."
Insomma non ha la forza di volontà necessaria ad
applicarsi su qualcosa d'altro che non sia la musica.
A salvarla arrivano il suo 18esimo compleanno e la
maggiore età E soprattutto la valutazione di Fuller
che ha deciso che ormai è tempo per far fare alla
sua protetta un salto di qualità. - Musicalmente è
pronta, ha una voce incredibile, il look giusto e una
presenza scenica da brividi. Il manager non ha dub-
bi: il futuro della musica soul ha un nome anche se
non lo sa nessuno. E quel nome è Amy Winehouse.
continua con la Seconda parte
( 1/2 settembre 2012)
Lucianone
( 1/2 settembre 2012)
Lucianone
mercoledì 10 agosto 2011
CULTURA - Trovati gli assassini del poeta spagnolo F. Garcia Lorca
La rivista spagnola "La Adventura de la Historia"
ha reso noti i risultati delle ricerche dello storico
Miguel Caballero : a 75 anni dalla morte gli assas=
sini di Federico Garcia Lorca hanno un volto e un
nome. Miguel Cabellero ha ricostruito le ultime
ore del poeta ucciso dai franchisti perchè omoses=
suale e di sinistra.
Secondo Caballero Garcia Lorca venne fucilato
all'indomani dell'arresto, avvenuto il 16 agosto
1936 vicino Granada. Da qui venne poi trasferito
alla Colonia (nel vicino comune di Aznar), che era
una scuola trasformata in un centro franchista di
detenzione, dove fu ucciso all'alba.
Gli esecutori materiali furono una guardia civil,
tre miliziani d'assalto, due poliziotti e un esaltato.
Il plotone di esecuzione era sotto il controllo di
Manuel Martinez Bueso. L'ordine di sparare fu
del sergente Mariano Ajenjo Moreno, che ave=
va sotto di lui l'ex militare Fernando Correa Car=
rasco, gli ex poliziotti Salvador BaroLeyva, Juan
Jimenez Cascales, l'ex guardia civil Salvio Rodi=
driguez Garcia e il falangista Antonio Benavides,
lontano cugino del poeta, che fu il solo che in se=
guito si vantò di averlo ucciso.
Serie di foto d'archivio di Federico Garcia Lorca
Lucianone
ha reso noti i risultati delle ricerche dello storico
Miguel Caballero : a 75 anni dalla morte gli assas=
sini di Federico Garcia Lorca hanno un volto e un
nome. Miguel Cabellero ha ricostruito le ultime
ore del poeta ucciso dai franchisti perchè omoses=
suale e di sinistra.
Secondo Caballero Garcia Lorca venne fucilato
all'indomani dell'arresto, avvenuto il 16 agosto
1936 vicino Granada. Da qui venne poi trasferito
alla Colonia (nel vicino comune di Aznar), che era
una scuola trasformata in un centro franchista di
detenzione, dove fu ucciso all'alba.
Gli esecutori materiali furono una guardia civil,
tre miliziani d'assalto, due poliziotti e un esaltato.
Il plotone di esecuzione era sotto il controllo di
Manuel Martinez Bueso. L'ordine di sparare fu
del sergente Mariano Ajenjo Moreno, che ave=
va sotto di lui l'ex militare Fernando Correa Car=
rasco, gli ex poliziotti Salvador BaroLeyva, Juan
Jimenez Cascales, l'ex guardia civil Salvio Rodi=
driguez Garcia e il falangista Antonio Benavides,
lontano cugino del poeta, che fu il solo che in se=
guito si vantò di averlo ucciso.
Serie di foto d'archivio di Federico Garcia Lorca
Lucianone
venerdì 29 luglio 2011
Federica e Amy unite da Lady Gaga
Due destini diversi, due personalità differenti,
ma ugualmente due grandissime donne:
Federica Pellegrini e Amy Winehouse.
Ho letto di loro per buona parte del pomeriggio,
dalla "Gazzetta dello sport" e dal quotidiano
"Il Corriere della Sera", ho letto delle grandi,
splendide vittorie di Fede e ho letto sulla morte
e sul grande talento di Amy sprecato con la sua
precoce scomparsa. Entrambe sono state unite
per poco (come spesso capita tra sport e musica
quando l'atleta s'immerge per caricarsi nel suono
dolce o frastornante di un motivo musicale dalle
cuffie) dalla figura di Lady Gaga che Fede ascoltava
nelle cuffie prima e al momento di concentrarsi
per entrare in acqua e volare verso il suo record,
mentre poi Lady Gaga stessa avrebbe dato il suo
addio a Amy con questo tributo su Twitter:
"Amy ha cambiato per sempre
la musica pop, la ricordo
sapendo che aveva speranza
e non mi sentirò sola grazie a lei.
Ha vissuto il jazz, ha vissuto il blues".
Il mio tributo per ricordare Amy Winehouse
è dato dalle strofe di una sua canzone:
Tutto ciò che
potrò mai
essere per te
è l'oscurità
che conosciamo.
"Tears dry on their own"
(da "Back to Black")
Lady Gaga
Lucianone
ma ugualmente due grandissime donne:
Federica Pellegrini e Amy Winehouse.
Ho letto di loro per buona parte del pomeriggio,
dalla "Gazzetta dello sport" e dal quotidiano
"Il Corriere della Sera", ho letto delle grandi,
splendide vittorie di Fede e ho letto sulla morte
e sul grande talento di Amy sprecato con la sua
precoce scomparsa. Entrambe sono state unite
per poco (come spesso capita tra sport e musica
quando l'atleta s'immerge per caricarsi nel suono
dolce o frastornante di un motivo musicale dalle
cuffie) dalla figura di Lady Gaga che Fede ascoltava
nelle cuffie prima e al momento di concentrarsi
per entrare in acqua e volare verso il suo record,
mentre poi Lady Gaga stessa avrebbe dato il suo
addio a Amy con questo tributo su Twitter:
"Amy ha cambiato per sempre
la musica pop, la ricordo
sapendo che aveva speranza
e non mi sentirò sola grazie a lei.
Ha vissuto il jazz, ha vissuto il blues".
Il mio tributo per ricordare Amy Winehouse
è dato dalle strofe di una sua canzone:
Tutto ciò che
potrò mai
essere per te
è l'oscurità
che conosciamo.
"Tears dry on their own"
(da "Back to Black")
Lady Gaga
Lucianone
mercoledì 27 luglio 2011
Musica - La morte di Amy Winehouse
Ecstasy e droga e alcol: l'ultima notte di Amy
Winehouse. Venerdì sera la cantante avrebbe
comprato molta droga. Ma chi c'era con lei?
Davanti alla casa in Camden Square a Londra
si sono riuniti i fan della cantante inglese:
messaggi, immagini, candele e fiori per l'omaggio
- anche qualche bottiglia di vodka.
La famiglia: siamo disperati, era una figlia stupenda.
La madre aggiunge: "Mi aspettavo questa fine"
Lucianone
Winehouse. Venerdì sera la cantante avrebbe
comprato molta droga. Ma chi c'era con lei?
Davanti alla casa in Camden Square a Londra
si sono riuniti i fan della cantante inglese:
messaggi, immagini, candele e fiori per l'omaggio
- anche qualche bottiglia di vodka.
La famiglia: siamo disperati, era una figlia stupenda.
La madre aggiunge: "Mi aspettavo questa fine"
Lucianone
SPORT - nuoto a Shangai: da Federica Pellegrini già due ori
Mondiali di nuoto in Cina - Shangai
domenica 24 luglio 2011: oro nei 400 stile libero a
Federica Pellegrini e "La Gazzetta dello sport" di
lunedì titolava ABBIAMO UNA FEDE IMMENSA.
La mattina di mercoledì 27 luglio '11: oro 200 stile
libero a Federica Pellegrini e chissà domani come
titolerà la prima pagina il quotidiano sportivo per
eccellenza. Magari SEMPRE PIU' FEDE!!
Cito ancora il quotidiano sportivo che lunedì
in prima pagina sottotitolava:
"Strepitosa Pellegrini nella gara che le dava
l'ansia: si conferma regina con 4'01''97, miglior
risultato di sempre senza supercostumi.
Si è caricata ascoltando Lady Gaga."
Ho poi letto, un pò più sotto, ilCommento
di Fausto Narducci, che parla di medaglia
d'oro, di libri di testo e delle scuole e delle
Università dove cresce la nostra gioventù.
Comunque devo ancora terminare di leggere
l'ultima parte, ma per quello che ho già letto
ho capito che Federica viene additata ad
esempio ai giovani d'oggi.
Altre mie considerazioni su questo (e su
Lady Gaga) in un altro post dedicato a.
Federica Pellegrini e a Amy Winehouse.
Per adesso dico anch'io: Federica normale e vincente.
ciaooo!
Lucianone
domenica 24 luglio 2011: oro nei 400 stile libero a
Federica Pellegrini e "La Gazzetta dello sport" di
lunedì titolava ABBIAMO UNA FEDE IMMENSA.
La mattina di mercoledì 27 luglio '11: oro 200 stile
libero a Federica Pellegrini e chissà domani come
titolerà la prima pagina il quotidiano sportivo per
eccellenza. Magari SEMPRE PIU' FEDE!!
Cito ancora il quotidiano sportivo che lunedì
in prima pagina sottotitolava:
"Strepitosa Pellegrini nella gara che le dava
l'ansia: si conferma regina con 4'01''97, miglior
risultato di sempre senza supercostumi.
Si è caricata ascoltando Lady Gaga."
Ho poi letto, un pò più sotto, ilCommento
di Fausto Narducci, che parla di medaglia
d'oro, di libri di testo e delle scuole e delle
Università dove cresce la nostra gioventù.
Comunque devo ancora terminare di leggere
l'ultima parte, ma per quello che ho già letto
ho capito che Federica viene additata ad
esempio ai giovani d'oggi.
Altre mie considerazioni su questo (e su
Lady Gaga) in un altro post dedicato a.
Federica Pellegrini e a Amy Winehouse.
Per adesso dico anch'io: Federica normale e vincente.
ciaooo!
Lucianone
domenica 24 luglio 2011
Commento delle ultime notizie
E' morta la cantante inglese Winehouse. Aveva solo
27 anni. E' stata stroncata dall'abuso di alcolici e
droga. L'avevo sentita cantare poco, anche perchè
i media la ignoravano spesso per il suo lato artistico ,
esclusa in parte MTV, e veniva messa in onda sui
canali televisivi e talvolta in radio soprattutto per le
sue vicendedi autodistruzione personale. Insomma
era un cattivo esempio e il gossip le era completa=
mente contro.
Ho visto ieri sera uno speciale su di lei sul solito
MTV e la sua voce mi ha colpito, straordinaria
tonalità da nera e melodie blues eccezionali.
Comprerò senz'altro unsuo CD, e peccato
non averla scoperta prima, ma... come dicevo
anche colpa dei media che forse (come del resto
fu per altri grandi scomparsi giovanissimi, vedere
per tutti Janis Joplin) non l'hanno aiutata, ma come
al solito sfruttata
ffino in fondo...
La notizia lieta è quella sportiva con la conquista
della medaglia d'oro da parte della nostra grande,
grandissima Federica (Pellegrini) nei 400 stile
libero di nuoto a Shangai. Grande e bella ragazza
veneta e di questo sono ancora più orgoglioso in
quanto sono veneto anch'io. Comunque questi temi,
insieme a quello tristissimo della tragedia norvegese
di Oslo e della vicina isola di Utoya, li tratterò in un
prossimo post. Devo leggere notizie più approfondite.
Ciao,
Lucianone
27 anni. E' stata stroncata dall'abuso di alcolici e
droga. L'avevo sentita cantare poco, anche perchè
i media la ignoravano spesso per il suo lato artistico ,
esclusa in parte MTV, e veniva messa in onda sui
canali televisivi e talvolta in radio soprattutto per le
sue vicendedi autodistruzione personale. Insomma
era un cattivo esempio e il gossip le era completa=
mente contro.
Ho visto ieri sera uno speciale su di lei sul solito
MTV e la sua voce mi ha colpito, straordinaria
tonalità da nera e melodie blues eccezionali.
Comprerò senz'altro unsuo CD, e peccato
non averla scoperta prima, ma... come dicevo
anche colpa dei media che forse (come del resto
fu per altri grandi scomparsi giovanissimi, vedere
per tutti Janis Joplin) non l'hanno aiutata, ma come
al solito sfruttata
ffino in fondo...
La notizia lieta è quella sportiva con la conquista
della medaglia d'oro da parte della nostra grande,
grandissima Federica (Pellegrini) nei 400 stile
libero di nuoto a Shangai. Grande e bella ragazza
veneta e di questo sono ancora più orgoglioso in
quanto sono veneto anch'io. Comunque questi temi,
insieme a quello tristissimo della tragedia norvegese
di Oslo e della vicina isola di Utoya, li tratterò in un
prossimo post. Devo leggere notizie più approfondite.
Ciao,
Lucianone
IL PRIMO BOSS MAFIOSO degli USA
Si chiamava Giuseppe Morello il primo boss
mafioso che contagiò gli USA, dando così inizio
alla mafia americana La storia del capostipite
della mafia d'oltreoceano viene raccontata nel
libro "C'era una volta la mafia" e scritto dallo
storico inglese Mike Dash (Newton Compton,
pag,334). risultando bestseller e dominando la
lista dei migliori libri del "New York Times".
Oltre al protagonista Giuseppe Morello, gli altri
fondamentali e autentici personaggi della trama
del libro sono Joe Petrosino, l'unico poliziotto
d'origine italiana del Bureau investigativo, Ga=
spare Candella, la vittima predestinata del boss
di origine corleonese e Francesca Conners, la
donna irlandese che recandosi al lavoro scopre
il cadavere nel malfamato quartiere italiano del
Lower East Side, per la precisione all'angolo fra
l'undicesima strada e Avenue D.
Come scopre il cadavere la Conners? Tutto nasce
da un brandello di stoffa che lei vede spuntare da
un barile abbandonato ai margini di un cumulo
d'immondizia E' l'anno 1903 e quel cadavere
ancora caldo appartiene a un uomo che, aspetto
raccapricciante per la Conners, è quasi del tutto
decapitato per un profondo taglio alla gola e con
il corpo piegato in due all'interno del barile.
Ma come entra in scena Joe Petrosino? Semplice=
mente per ill ritrovamento nelle tasche di Candella
di un biglietto che alcuni negozianti della zona rico=
noscono scritto in siciliano. E guarda caso il primo
detective italiano degli States è siciliano. Quindi
dalle indagini svolte da Petrosino sull'omicidio di
di Gaspare Candella si potrà risalire, dopo averlo
scoperto e smascherato, al primo capo mafia d'A=
merica, il corleonese Giuseppe Morello detto anche
clutch hand, cioè "l'artiglio", a causa di una malfor=
mazione: aveva un braccio e quattro dita della mano
destra atrofizzati che glì davano un aspetto partico=
larmente sinistro.
Mike Dash - Mike Dash, traendo le sue fonti so=
prattutto dai rapporti dei servizi segreti americani
e dalle memorie familiari dei discendenti dei ma=
fiosi narra con tocco leggero da romanzo storico la
nascita della mafia italiana negli Stati Uniti nel
periodo che va dal 1890 al 1920.
Joe Petrosino - morirà mentre era in missione a
Palermo nel 1909, ucciso in piazza Marina dagli
uomini di Morello e di Don Vito Cascio Ferro.
Lucianone
mafioso che contagiò gli USA, dando così inizio
alla mafia americana La storia del capostipite
della mafia d'oltreoceano viene raccontata nel
libro "C'era una volta la mafia" e scritto dallo
storico inglese Mike Dash (Newton Compton,
pag,334). risultando bestseller e dominando la
lista dei migliori libri del "New York Times".
Oltre al protagonista Giuseppe Morello, gli altri
fondamentali e autentici personaggi della trama
del libro sono Joe Petrosino, l'unico poliziotto
d'origine italiana del Bureau investigativo, Ga=
spare Candella, la vittima predestinata del boss
di origine corleonese e Francesca Conners, la
donna irlandese che recandosi al lavoro scopre
il cadavere nel malfamato quartiere italiano del
Lower East Side, per la precisione all'angolo fra
l'undicesima strada e Avenue D.
Come scopre il cadavere la Conners? Tutto nasce
da un brandello di stoffa che lei vede spuntare da
un barile abbandonato ai margini di un cumulo
d'immondizia E' l'anno 1903 e quel cadavere
ancora caldo appartiene a un uomo che, aspetto
raccapricciante per la Conners, è quasi del tutto
decapitato per un profondo taglio alla gola e con
il corpo piegato in due all'interno del barile.
Ma come entra in scena Joe Petrosino? Semplice=
mente per ill ritrovamento nelle tasche di Candella
di un biglietto che alcuni negozianti della zona rico=
noscono scritto in siciliano. E guarda caso il primo
detective italiano degli States è siciliano. Quindi
dalle indagini svolte da Petrosino sull'omicidio di
di Gaspare Candella si potrà risalire, dopo averlo
scoperto e smascherato, al primo capo mafia d'A=
merica, il corleonese Giuseppe Morello detto anche
clutch hand, cioè "l'artiglio", a causa di una malfor=
mazione: aveva un braccio e quattro dita della mano
destra atrofizzati che glì davano un aspetto partico=
larmente sinistro.
Mike Dash - Mike Dash, traendo le sue fonti so=
prattutto dai rapporti dei servizi segreti americani
e dalle memorie familiari dei discendenti dei ma=
fiosi narra con tocco leggero da romanzo storico la
nascita della mafia italiana negli Stati Uniti nel
periodo che va dal 1890 al 1920.
Joe Petrosino - morirà mentre era in missione a
Palermo nel 1909, ucciso in piazza Marina dagli
uomini di Morello e di Don Vito Cascio Ferro.
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Lucianone
sabato 2 luglio 2011
"Il mio anno nella baia di nessuno" di Peter Handke e altro ancora
Lo scrittore è austriaco: Peter Handke. Il primo lavoro
importante, quello che lo ha fatto conoscere a livello
internazionale è "Infelicità senza desideri", scritta do=
po il suicidio della madre, raccontato da Handke dal
punto di vista della madre ma con riflessioni e spunti
interiori via via sempre più rivelatori. Nel 1976 pub=
blica "La donna mancina". La parola che salta all'oc=
chio nel titolo, "mancina", sta a indicare la diversità
della madre, in quanto donna che soffre per la sua
mancata emancipazione, ma anche dì lui come scrit=
tore. Peter Handke, scrittore classico e rinnovatore,
meditativo e vertiginoso che di libro in libro spinge la
sua prosa nitida e rivelante nei luoghi dove "poetica=
mente abita l'uomo".
Nel romanzo "Il mio anno nella baia di nessuno"
un uomo si ritira in una casa tra colline, alberi e
silenzio, e attraverso la scrittura riscopre sè stesso
e il mistero della natura.
Ma la sfida di questo romanzo, riconosciuto dalla
critica come capolavoro, è ancora più ambiziosa e
radicale: andare a cogliere ìl semplice presente, e
poi il momento che stiamo vivendo, l'istante senza
storia e senza miti. Per vincerla Handke si è calato
in un alter-ego, Gregor Kensehnig, votato fin dal
suo nome a un destino kafkiano di metamorfosi.
Raccogliere tutto il vasto materiale narrativo e
poetico di P. Handke non è semplice, in quanto
lo scrittore austriaco tuttora vivente ha scritto
già una voluminosa parte della sua opera ancora
in lavorazione.
Darò qui un quadro possibilmente completo della
sua vita e delle sue opere ( romanzi, drammi e
raccolte poetiche ).
Peter Handke - nato il 6 dicembre 1942
La biografia e le opere
letterarie /cinematografiche
di Peter Handke
Peter Handke, romanziere e drammaturgo austriaco
nasce a Griffen (Austria), il 6 dicembre 1942.
Nato da madre slovena e padre sconosciuto, Handke
ha studiato giurisprudenza all'Università di Graz, ma
senza laurearsi. Si è dedicato molto presto alla lette=
ratura in modo approfondito ed esclusivo, prima con
pezzi teatrali, poi con racconti, romanzi, saggi, poesie
e quindi per ultimo diari, e a tutto questo materiale si
può aggiungere qualche esperienza di sceneggiatore
e regista nel campo cinematografico.
Si è fatto notare per lo spirito polemicio nei confronti
della generazione di scrittori che includeva Alfred
Andersch, Heinrich Boll, Ilse Aichinger e Ingeborg
Bachmann. Da quest'ultima fu invitato nel 1966 a
recarsi a Princeton, negli Stati Uniti, da dove poi
tornò in Europa per dedicarsi alla letteratura d'a=
vanguardia. Particolare eco ebbe il suo "Insulti al
pubblico" che lo metteva in posizione di sperimen=
tatore e "outsider". In seguito si dedicò presto al=
l'introspezione con una scrittura densa e minimale,
altamente descrittiva e ricca di visioni quasi cinema=
tografiche che lo hanno fatto paragonare al regista-
scrittore Alain Robbe-Grillet e ad altri francesi del=
la "ècole du regard".
Dal suo romanzo "Die Angst des Tormanns beim
Elfmeter" (L'angoscia del portiere prima del calcio
di rigore), reso in italiano solo col titolo "Prima del
calcio di rigore", il regista Wim Wenders trae il film
omonimo, a cui collabora anche Handke. I due sono
in seguito tornati a collaborare per il film "Il cielo
sopra Berlino".
Con "La donna mancina" ("Die linkshandige Frau",
1976) Handke ha tratto un film (1978) da un proprio
libro.
Alla situazione dell'ex-Jugoslavia ha dedicato tre
lunghi reportage, e per polemica contro i bombar=
damenti sui civili in Serbia ha rifiutato il premio
Buchner. Probabilmente si sentiva legato a quel
tormentato territorio per via della madre (a seguito
del suicidio della quale, avvenuto nel 1971, aveva
scritto "Infelicità senza desideri").
Nel 2009 è stato insignito del - Premio Franz Kafka.
Opere di Peter Handke
Romanzi:
"I calabroni", 1992 (Die Hornissen, 1966) - "L'ambulante", 1970
(Der Hausierer, 1967)
"Storie del dormiveglia" , 1983 (BegrùBung des Aufsichtsrats, 1967)
"Prima del cakcio di rigore", 1971 (Die Angst des Tormanss beim
Elfmeter, 1970)
"Ich bin ein Bewhoner des Elfenbeinturms", 1972
"Infelicità senza desideri", 1976 (Wunschloses Ungluck, 1972)
"L'ora del vero sentire", 1980 (Die Stunde der wahren Empfindung, 1975)
"La donna mancina", 1979 (Die linkshàndige Frau, 1976)
"Lento ritorno a casa", 1986 (Langsame Heimkehr, 1979)
"Nei colori del giorno", 1985 (Die Lehre des Sainte-Victoire, 1980)
"Storia con bambina", 1982 (Kindergeschichte, 1981)
"Phantasien der Wiederholung", 1983
"La storia della matita", 1992 (Die Geschichte des Bleistifts, 1986)
"Pomeriggio di uno scrittore", 1997 (Nachtmittag eines Schriftstellers, 1987)
"Il gioco del chiedere ovvero il viaggio nella terra Sonora", 1993
(Das Spiel vom Fragen oder Die Reise zum Sonoren Land, 1989
"Saggio sul juke-box", 1992 (Versuch ùber die Jukebox, 1990)
"Saggio sulla stanchezza", 1992 (Versuch ùber die Mudigkeit)
"Saggio sulla giornata riuscita: sogno di un giorno d'inverno", 1993
(Versuch ùber den geglùckten Tag. Ein Wintertagtraum, 1991)
"Breve lettera del lungo addio", 1982 (Der Kurze Brief zum langen Abschied, 1972)
LENTO RITORNO A CASA
Langsame Heimkehr
Con 'Lento ritorno a casa' Handke propone al lettore
un'opera ardua e gratificante: il tono è quello, quasi
oracolare, di un'austera commozione e tocca il suo
vertice nella confessione/proposizione di Sorger (il
protagonista) davanti a una famiglia amica con pa-
role che lo pongono, a buon diritto, tra i pochi veri
eroi letterari del nostro tempo.
Trama
Per il geologo Sorger la via del ritorno verso l'Europa,
dalla vastità estatica del Grande Nord americano attra-
verso gli spazi più raccolti della costa del Pacifico fino
a una New York innevata e nitida, diventa un cammino
all'interno di sè, una ricerca di autenticità e di armonia
confortata dai "segnali" scaturiti da paesaggi naturali
e urbani e dai rapporti interpersonali; segnali che egli
legge e decodifica e da cui trae la forza necessaria a ri-
cucire le proprie lacerazioni interiori, a placare il suo
oscuro senso di colpa, a soddisfare un "bisogno di sal-
vezza ormai animalesco" in una prospettiva di pacifica-
zione totale tra essere e mondo.
Conclusioni
Se, come dice Wittgen stein, anche per il pensiero c'è
un tempo per arare e un tempo per mietere, si può dire
che Peter Handke è ormai entrato nella fase della mie-
titura: lo conferma questo 'Lento ritorno a casa' con
cui si completa una tetralogia definita dall'autore "se-
rie epica" (gli altri titoli sono 'Nei colori del giorno',
'Storia con bambina' e 'Attraverso i villaggi') e che
rappresenta l'avanzato processo di maturazione di
una scrittura che riduce l'ipotesi narrativa a sequen-
za di osservazioni lenticolari dove la descrizione
prende il sopravvento sul racconto.
importante, quello che lo ha fatto conoscere a livello
internazionale è "Infelicità senza desideri", scritta do=
po il suicidio della madre, raccontato da Handke dal
punto di vista della madre ma con riflessioni e spunti
interiori via via sempre più rivelatori. Nel 1976 pub=
blica "La donna mancina". La parola che salta all'oc=
chio nel titolo, "mancina", sta a indicare la diversità
della madre, in quanto donna che soffre per la sua
mancata emancipazione, ma anche dì lui come scrit=
tore. Peter Handke, scrittore classico e rinnovatore,
meditativo e vertiginoso che di libro in libro spinge la
sua prosa nitida e rivelante nei luoghi dove "poetica=
mente abita l'uomo".
Nel romanzo "Il mio anno nella baia di nessuno"
un uomo si ritira in una casa tra colline, alberi e
silenzio, e attraverso la scrittura riscopre sè stesso
e il mistero della natura.
Ma la sfida di questo romanzo, riconosciuto dalla
critica come capolavoro, è ancora più ambiziosa e
radicale: andare a cogliere ìl semplice presente, e
poi il momento che stiamo vivendo, l'istante senza
storia e senza miti. Per vincerla Handke si è calato
in un alter-ego, Gregor Kensehnig, votato fin dal
suo nome a un destino kafkiano di metamorfosi.
Raccogliere tutto il vasto materiale narrativo e
poetico di P. Handke non è semplice, in quanto
lo scrittore austriaco tuttora vivente ha scritto
già una voluminosa parte della sua opera ancora
in lavorazione.
Darò qui un quadro possibilmente completo della
sua vita e delle sue opere ( romanzi, drammi e
raccolte poetiche ).
Peter Handke - nato il 6 dicembre 1942
La biografia e le opere
letterarie /cinematografiche
di Peter Handke
Peter Handke, romanziere e drammaturgo austriaco
nasce a Griffen (Austria), il 6 dicembre 1942.
Nato da madre slovena e padre sconosciuto, Handke
ha studiato giurisprudenza all'Università di Graz, ma
senza laurearsi. Si è dedicato molto presto alla lette=
ratura in modo approfondito ed esclusivo, prima con
pezzi teatrali, poi con racconti, romanzi, saggi, poesie
e quindi per ultimo diari, e a tutto questo materiale si
può aggiungere qualche esperienza di sceneggiatore
e regista nel campo cinematografico.
Si è fatto notare per lo spirito polemicio nei confronti
della generazione di scrittori che includeva Alfred
Andersch, Heinrich Boll, Ilse Aichinger e Ingeborg
Bachmann. Da quest'ultima fu invitato nel 1966 a
recarsi a Princeton, negli Stati Uniti, da dove poi
tornò in Europa per dedicarsi alla letteratura d'a=
vanguardia. Particolare eco ebbe il suo "Insulti al
pubblico" che lo metteva in posizione di sperimen=
tatore e "outsider". In seguito si dedicò presto al=
l'introspezione con una scrittura densa e minimale,
altamente descrittiva e ricca di visioni quasi cinema=
tografiche che lo hanno fatto paragonare al regista-
scrittore Alain Robbe-Grillet e ad altri francesi del=
la "ècole du regard".
Dal suo romanzo "Die Angst des Tormanns beim
Elfmeter" (L'angoscia del portiere prima del calcio
di rigore), reso in italiano solo col titolo "Prima del
calcio di rigore", il regista Wim Wenders trae il film
omonimo, a cui collabora anche Handke. I due sono
in seguito tornati a collaborare per il film "Il cielo
sopra Berlino".
Con "La donna mancina" ("Die linkshandige Frau",
1976) Handke ha tratto un film (1978) da un proprio
libro.
Alla situazione dell'ex-Jugoslavia ha dedicato tre
lunghi reportage, e per polemica contro i bombar=
damenti sui civili in Serbia ha rifiutato il premio
Buchner. Probabilmente si sentiva legato a quel
tormentato territorio per via della madre (a seguito
del suicidio della quale, avvenuto nel 1971, aveva
scritto "Infelicità senza desideri").
Nel 2009 è stato insignito del - Premio Franz Kafka.
Opere di Peter Handke
Romanzi:
"I calabroni", 1992 (Die Hornissen, 1966) - "L'ambulante", 1970
(Der Hausierer, 1967)
"Storie del dormiveglia" , 1983 (BegrùBung des Aufsichtsrats, 1967)
"Prima del cakcio di rigore", 1971 (Die Angst des Tormanss beim
Elfmeter, 1970)
"Ich bin ein Bewhoner des Elfenbeinturms", 1972
"Infelicità senza desideri", 1976 (Wunschloses Ungluck, 1972)
"L'ora del vero sentire", 1980 (Die Stunde der wahren Empfindung, 1975)
"La donna mancina", 1979 (Die linkshàndige Frau, 1976)
"Lento ritorno a casa", 1986 (Langsame Heimkehr, 1979)
"Nei colori del giorno", 1985 (Die Lehre des Sainte-Victoire, 1980)
"Storia con bambina", 1982 (Kindergeschichte, 1981)
"Phantasien der Wiederholung", 1983
"La storia della matita", 1992 (Die Geschichte des Bleistifts, 1986)
"Pomeriggio di uno scrittore", 1997 (Nachtmittag eines Schriftstellers, 1987)
"Il gioco del chiedere ovvero il viaggio nella terra Sonora", 1993
(Das Spiel vom Fragen oder Die Reise zum Sonoren Land, 1989
"Saggio sul juke-box", 1992 (Versuch ùber die Jukebox, 1990)
"Saggio sulla stanchezza", 1992 (Versuch ùber die Mudigkeit)
"Saggio sulla giornata riuscita: sogno di un giorno d'inverno", 1993
(Versuch ùber den geglùckten Tag. Ein Wintertagtraum, 1991)
"Breve lettera del lungo addio", 1982 (Der Kurze Brief zum langen Abschied, 1972)
LENTO RITORNO A CASA
Langsame Heimkehr
Con 'Lento ritorno a casa' Handke propone al lettore
un'opera ardua e gratificante: il tono è quello, quasi
oracolare, di un'austera commozione e tocca il suo
vertice nella confessione/proposizione di Sorger (il
protagonista) davanti a una famiglia amica con pa-
role che lo pongono, a buon diritto, tra i pochi veri
eroi letterari del nostro tempo.
Trama
Per il geologo Sorger la via del ritorno verso l'Europa,
dalla vastità estatica del Grande Nord americano attra-
verso gli spazi più raccolti della costa del Pacifico fino
a una New York innevata e nitida, diventa un cammino
all'interno di sè, una ricerca di autenticità e di armonia
confortata dai "segnali" scaturiti da paesaggi naturali
e urbani e dai rapporti interpersonali; segnali che egli
legge e decodifica e da cui trae la forza necessaria a ri-
cucire le proprie lacerazioni interiori, a placare il suo
oscuro senso di colpa, a soddisfare un "bisogno di sal-
vezza ormai animalesco" in una prospettiva di pacifica-
zione totale tra essere e mondo.
Conclusioni
Se, come dice Wittgen stein, anche per il pensiero c'è
un tempo per arare e un tempo per mietere, si può dire
che Peter Handke è ormai entrato nella fase della mie-
titura: lo conferma questo 'Lento ritorno a casa' con
cui si completa una tetralogia definita dall'autore "se-
rie epica" (gli altri titoli sono 'Nei colori del giorno',
'Storia con bambina' e 'Attraverso i villaggi') e che
rappresenta l'avanzato processo di maturazione di
una scrittura che riduce l'ipotesi narrativa a sequen-
za di osservazioni lenticolari dove la descrizione
prende il sopravvento sul racconto.
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Lucianone
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